Categorie
Innovation and Research

ComunicatiScienza.ch confluito e assorbito in ComunicatiTematici.ch

Il sito web ComunicatiScienza.ch è confluito e assorbito nel nuovo sito ComunicatiTematici.ch.

Il sito web ComunicatiScienza dal mese di maggio 2020 è confluito nel nuovo sito web ComunicatiTematici.ch, progetto informativo in fase di start up. Tale nuovo sito si occupa di varie tematiche, tra cui cultura, arte, religione e mezzi di comunicazione; economia e lavoro, innovazione e ricerca, scienza e tecnologia; ambiente, turismo e sport; medicina, salute, benessere; sociale e istituzioni.

Il sito ComunicatiScienza potrebbe comunque riprendere tra non molto le pubblicazioni autonome, quale spin off quindi dell’attuale Progetto Comunicati Tematici. Stiamo valutando tale ipotesi, pure in base all’evolversi dell’attuale pandemia da Covid-19.

Dal 5 novembre 2020 il direttore editoriale e responsabile innovazione e sviluppo di Comunicati Tematici è Paolo Centofanti, giornalista pubblicista e direttore tra l’altro della rivista scientifica SRM – Science and Religion in Media e della rivista e canale Fede e Ragione.

Ricordiamo quindi le esclusioni necessarie, già anticipate nei mesi scorsi, e già confermate su ComunicatiTematici, oltre che specificate più volte su SRM – Science and Religion in Media e su Fede e Ragione, ovvero:

  • Sky Italia – Stream, Telecom Italia, Fox, e loro dipendenti, manager, collaboratori, consulenti, etc
  • Facoltà Bioetica Upra e collaboratori
  • Parenti dell’editore e direttore Paolo Centofanti e assimilati
  • Ferpi – federazione relazioni pubbliche italiana.
Categorie
Innovation and Research

Neutralizzazione incrociata di SARS-CoV-2 da parte di un anticorpo monoclonale SARS-CoV umano

Neutralizzazione incrociata di SARS-CoV-2 da parte di un anticorpo monoclonale SARS-CoV umano.

Immunologia: l’anticorpo di un paziente guarito dalla SARS inibisce la SARS-CoV-2.

Un anticorpo isolato da un paziente che si è ripreso dalla SARS (sindrome respiratoria acuta grave) ha mostrato di bloccare efficacemente l’infettività della SARS-CoV-2. Questa scoperta è riportata oggi in Natura. Anticorpi che possono neutralizzare il virus potrebbero aiutare nello sviluppo di trattamenti o vaccini antivirali.

Gli anticorpi sono prodotti dal sistema immunitario in risposta a materiale estraneo che invade il corpo. Gli anticorpi monoclonali possono colpire una specifica proteina (antigene) su un patogeno. L’identificazione di anticorpi monoclonali che possono legarsi alla proteina spike trovata sui coronavirus SARS-CoV-2 e SARS, che facilita l’ingresso nelle cellule umane, può aiutare gli sforzi per curare o prevenire l’infezione da SARS-CoV-2.

Davide Corti e colleghi avevano precedentemente identificato anticorpi monoclonali, da un paziente che si era ripreso dalla SARS nel 2003, che potevano inibire i coronavirus correlati alla SARS sia dall’uomo che dagli animali. Hanno studiato il potenziale di 25 di questi anticorpi per inibire la SARS-CoV-2 (un effetto chiamato cross-reattività) e hanno trovato otto anticorpi che potrebbero legarsi sia al virus libero che alle cellule infette.

Un candidato, chiamato S309, ha dimostrato di avere un’attività di neutralizzazione particolarmente forte contro SARS-CoV-2. Risolvendo la struttura cristallina di S309, gli autori dimostrano come l’anticorpo si lega alla proteina virale del picco. Mostrano che l’S309 può agire in combinazione con un altro anticorpo, meno potente, che prende di mira un sito diverso sulla proteina del picco del virus. Questa attività sinergica potrebbe migliorare la neutralizzazione riducendo al contempo la possibilità che emergano mutazioni resistenti, suggeriscono gli autori.

I risultati della dimostrazione del concetto suggeriscono che vale la pena esplorare i cocktail di anticorpi monoclonali per controllare il SARS-CoV-2. Tuttavia, in questo studio non sono stati condotti esperimenti sull’uomo.

L’articolo pubblicato sulla rivista scientifica Nature.

Cross-neutralization of SARS-CoV-2 by a human monoclonal SARS-CoV antibody. Neutralizzazione incrociata di SARS-CoV-2 da parte di un anticorpo monoclonale SARS-CoV umano. DOI 10.1038/s41586-020-2349-y. Link Nature.

Autori corrispondenti.

  • David Veesler. Università di Washington, Seattle, WA, USA. Email: dveesler@uw.edu
  • Davide Corti. Vir Biotechnology, Bellinzona, Svizzera Email: dcorti@vir.bio.

Gli autori della ricerca.

Dora Pinto, Young-Jun Park, Martina Beltramello, Alexandra C. Walls, M. Alejandra Tortorici, Siro Bianchi, Stefano Jaconi, Katja Culap, Fabrizia Zatta, Anna De Marco, Alessia Peter, Barbara Guarino, Roberto Spreafico, Elisabetta Cameroni, James Brett Case, Rita E. Chen, Colin Havenar-Daughton, Gyorgy Snell, Amalio Telenti, Herbert W. Virgin, Antonio Lanzavecchia, Michael S. Diamond, Katja Fink, David Veesler e Davide Corti.

Link Nature: https://www.nature.com/articles/s41586-020-2349-y.

Categorie
Environment and Ecology

ISPRA: mascherine e guanti usati, come smaltirli

L’ISPRA spiega come smaltire mascherine e guanti usati.

Spiegando che le comuni mascherine chirurgiche o igieniche senza filtro, secondo le normative vigenti tecnicamente non sono DPI. Rientrano invece nella “categoria dei dispositivi medici e non proteggono l’operatore, bensì il paziente o l’alimento dalle possibili contaminazioni”.

Però dal punto di vista della “classificazione dei rifiuti, a prescindere dal fatto che tali materiali rientrino nella definizione di DPI, rimane comunque valido il concetto che gli stessi si configurano come materiali filtranti e/o protettivi”.

Quindi nelle indicazioni riportate nel documento dell’ISPRA, pure “se in modo non del tutto proprio”, l’espressione DPI “verrà utilizzata secondo l’accezione” utilizzata “nell’attuale fase emergenziale, e riferita pure alle mascherine chirurgiche o o igieniche senza filtro.

Link ISPRA . I rifiuti costituiti da DPI usati.

Categorie
Coronavirus - Covid-19

Decreto Legge 16 maggio 2020: cosa prevede la Fase 2

Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte e del ministro della salute Roberto Speranza, ha approvato un decreto legge che introduce ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19. Il decreto delinea il quadro normativo nazionale all’interno del quale, dal 18 maggio al 31 luglio 2020, con appositi decreti od ordinanze, statali, regionali o comunali, potranno essere disciplinati gli spostamenti delle persone fisiche e le modalità di svolgimento delle attività economiche, produttive e sociali.

Spostamenti

NELLA STESSA REGIONE

A partire dal 18 maggio, gli spostamenti delle persone all’interno del territorio della stessa regione non saranno soggetti ad alcuna limitazione. Lo Stato o le Regioni, in base a quanto previsto dal decreto legge 25 marzo 2020, n. 19, potranno adottare o reiterare misure limitative della circolazione all’interno del territorio regionale relativamente a specifiche aree interessate da un particolare aggravamento della situazione epidemiologica.

TRA REGIONI DIVERSE

Fino al 2 giugno restano vietati gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, così come quelli da e per l’estero, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

A decorrere dal 3 giugno, gli spostamenti tra regioni diverse potranno essere limitati solo con provvedimenti statali adottati ai sensi dell’articolo 2 del decretolegge 25 marzo 2020, n. 19, in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree.

DA E PER L’ESTERO

Tali norme varranno anche per gli spostamenti da e per l’estero, che potranno essere limitati solo con provvedimenti statali anche in relazione a specifici Stati e territori, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico e nel rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e degli obblighi internazionali. Saranno comunque consentiti gli spostamenti tra la Città del Vaticano o la Repubblica di San Marino e le regioni confinanti.

DIVIETO DI MOBILITA’ PER CHI È IN QUARANTENA

È confermato il divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena per provvedimento dell’autorità sanitaria in quanto risultate positive al virus Covid-19, fino all’accertamento della guarigione o al ricovero in una struttura sanitaria o altra struttura allo scopo destinata. La quarantena precauzionale è applicata con provvedimento dell’autorità sanitaria ai soggetti che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di soggetti positivi al virus Covid-19 e agli altri soggetti indicati con i provvedimenti adottati ai sensi dell’articolo 2 del decreto legge n.19 del 2020.

DIVIETO DI ASSEMBRAMENTI

Resta vietato, l’assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico.

FUNZIONI RELIGIOSE

Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si svolgono nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle rispettive confessioni, contenenti le misure idonee a prevenire il rischio di contagio.

Attività economiche, produttive e sociali

A partire dal 18 maggio, le attività economiche, produttive e sociali devono svolgersi nel rispetto dei contenuti di protocolli o linee guida, idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in ambiti analoghi, adottati dalle regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali. In assenza di quelli regionali trovano applicazione i protocolli o le linee guida adottati a livello nazionale. Le misure limitative delle attività economiche e produttive possono essere adottate, nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità, con provvedimenti statali emanati ai sensi dell’articolo 2 del decreto legge n. 19 del 2020 o, nelle more di tali provvedimenti, dalle Regioni.

MONITORAGGIO REGIONALE

Per garantire lo svolgimento in condizioni di sicurezza delle attività economiche, produttive e sociali, le regioni monitorano con cadenza giornaliera l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e, in relazione a tale andamento, le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale. I dati del monitoraggio sono comunicati giornalmente dalle regioni al ministero della Salute, all’Istituto superiore di sanità e al Comitato tecnico-scientifico. In relazione all’andamento della situazione epidemiologica sul territorio, la singola regione, informando contestualmente il ministro della Salute, può introdurre misure derogatorie, ampliative o restrittive, rispetto a quelle disposte a livello statale.

Sanzioni

Il mancato rispetto dei contenuti dei protocolli o delle linee guida regionali o, in assenza, nazionali, che non assicuri adeguati livelli di protezione, determina la sospensione dell’attività economica o produttiva fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.

Salvo che il fatto costituisca reato diverso da quello di cui all’articolo 650 del codice penale (“Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità”), le violazioni delle disposizioni del decreto, o dei decreti e delle ordinanze emanati per darne attuazione, sono punite con la sanzione amministrativa di cui all’articolo 4, comma 1, del decreto legge 25 marzo 2020 n.19, che prevede il pagamento di una somma da euro 400 a euro 3.000, aumentata fino a un terzo se la violazione avviene mediante l’utilizzo di un veicolo.

Nei casi in cui la violazione sia commessa nell’esercizio di un’attività di impresa, si applica altresì la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni. Ove necessario per impedire la prosecuzione o la reiterazione della violazione, l’autorità procedente può disporre la chiusura provvisoria dell’attività o dell’esercizio per una durata non superiore a 5 giorni, eventualmente da scomputare dalla sanzione accessoria definitivamente irrogata, in sede di sua esecuzione. In caso di reiterata violazione della medesima disposizione la sanzione amministrativa è raddoppiata e quella accessoria è applicata nella misura massima.

Consulta il decreto legge 16 maggio 2020, n.33

Leggi il comunicato di Palazzo Chigi

Categorie
Innovation and Research

SHARPER – La Notte Europea dei Ricercatori torna a L’Aquila il 27 novembre 2020

SHARPER – La Notte Europea dei Ricercatori torna a L’Aquila il 27 novembre 2020

La Notte Europea dei Ricercatori, uno dei principali eventi internazionali dedicati al dialogo tra ricerca e cittadini e promosso nell’ambito delle azioni Marie Curie, è confermata anche per il 2020.

Il progetto SHARPER è stato selezionato dalla Commissione Europea con il massimo del punteggio tra i 100 progetti sottomessi da tutta Europa.

«Siamo entusiasti del risultato raggiunto, che premia l’altissimo livello di collaborazione tra mondo della ricerca e mondo della comunicazione in un momento in cui questo connubio è strategico per tutti i cittadini» ha dichiarato Leonardo Alfonsi, coordinatore nazionale del progetto.

A causa dell’emergenza da Covid-19, però, l’appuntamento si trasferisce dal tradizionale ultimo venerdì di settembre al 27 novembre e anche questa iniziativa, che negli ultimi anni ha coinvolto milioni di visitatori in centinaia di città, si prepara ad affrontare le sfide comuni a tutti gli eventi dal vivo: pensare nuovi modi di coinvolgimento del pubblico, conservando lo spirito di curiosità e partecipazione che lo ha caratterizzato e fatto crescere in questi anni.

«Crediamo che la Notte Europea dei Ricercatori 2020 debba svolgersi poiché sarà importante mostrare al grande pubblico l’impatto positivo della ricerca scientifica su tutta la società. La Notte porta la scienza e i ricercatori vicini ai ragazzi e alle famiglie, può aiutare il dialogo con i cittadini e la condivisione di speranza».  Con queste parole è stata comunicata nei giorni scorsi la notizia dalla Commissione agli organizzatori degli eventi.

Bisognerà aspettare l’evolvere della situazione a livello nazionale e le indicazioni sullo svolgimento degli eventi dal vivo, ma l’edizione 2020 della Notte Europea dei Ricercatori segnerà il passaggio a nuove forme di dialogo tra il mondo della ricerca e i cittadini. Dialogo che sia dal vivo e in presenza che in formati a distanza e virtuali, conserverà il carattere di immediatezza, informalità e approfondimento rigoroso che in questi anni ha caratterizzato SHARPER.

SHARPER 2020 (SHAring Researchers’ Passion for Evolving Responsabilities) è un progetto a carattere nazionale e coinvolge 12 città in Italia  tornerà anche a L’Aquila, dove è nato nel 2014, per la settima edizione.

SHARPER – La Notte Europea dei Ricercatori nelle edizioni passate ha ottenuto un grandissimo successo, coinvolgendo l’intera comunità con tante attività pensate per tutte le fasce di età, con l’obiettivo di avvicinare in maniera avvincente, originale e divertente, le famiglie, le scuole e tutta la cittadinanza al mondo della scienza e della ricerca.

SHARPER L’Aquila è organizzato dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso con la fondamentale collaborazione del Comune dell’Aquila e del Gran Sasso Science Institute e coinvolge altre importanti realtà scientifiche, culturali e istituzionali del territorio quali la Regione Abruzzo, l’Istituto di Geofisica e Vulcanologia, l’Osservatorio Astronomico d’Abruzzo, la società biofarmaceutica Dompé,  la Leonardo S.p.A., la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, l’Accademia di Belle Arti e tanti altri. È sostenuto inoltre dall’Associazione per l’Insegnamento della Fisica e dall’Associazione Scienza Gran Sasso.

“Quest’anno più che mai siamo orgogliosi di poter proporre nuovamente ai cittadini un evento culturale di grande portata, che negli ultimi anni ha visto la partecipazione di moltissimi visitatori – ha dichiarato Stefano Ragazzi, direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso – La difficile situazione in cui versiamo, e che accomuna l’Italia intera, ci sprona a dare continuità alla nostra iniziativa, a valorizzare il mondo della ricerca in un momento in cui la ricerca assume un’importanza fondamentale. L’evento SHARPER dovrà rimodularsi in base alla normativa vigente, trovare diverse location e modalità per coinvolgere i visitatori, ma sarà una sfida che affronteremo con serenità e con la consapevolezza che riusciremo a coinvolgere istituzioni e visitatori con l’entusiasmo di sempre”.

SHARPER si conferma uno degli appuntamenti principali per la città dell’Aquila – ha dichiarato il sindaco del capoluogo abruzzese, Pierluigi Biondi – abbiamo sempre creduto in questa iniziativa, tanto da sostenerla in maniera concreta e tangibile. Per questo saremo ben lieti di riprendere il 27 novembre ciò che solo l’emergenza Covid ha interrotto. Per noi aquilani SHARPER non è solo l’occasione per confrontarsi con il mondo della ricerca, ma è anche uno strumento per orientare la nostra comunità in un percorso di rinascita e sviluppo. La ricostruzione non solo materiale della città fonda le sue basi proprio su ricerca e innovazione, oltre che su cultura, formazione e turismo. Siamo convinti che le esternalità positive prodotte dall’interazione tra le nostre eccellenze in questi campi e il tessuto cittadino saranno il motore per superare le sfide che il nostro futuro ci rende già attuali”.

“Questo nuovo successo della notte europea dei ricercatori all’Aquila conferma che la nostra città è in prima fila non solo nella ricerca scientifica ma anche nella capacità di comunicarla e diffonderne i contenuti”, ha commentato Eugenio Coccia, rettore del Gran Sasso Science Institute.

«La Notte europea dei ricercatori è un tradizionale momento di condivisione di conoscenza che quest’anno assume un rilievo particolare: questa pandemia – dichiara la Vice Ministra dell’Istruzione Anna Ascani – ha dimostrato che la collaborazione tra studiosi e ricercatori, a livello nazionale e internazionale, è fondamentale per vincere le sfide che ci aspettano. E che il mondo della ricerca può e deve entrare sempre più in contatto con i cittadini per aiutarli a comprendere ciò che succede e dare loro strumenti per orientarsi e riconoscere false credenze da informazioni scientificamente fondate. I nostri enti di ricerca sono in prima linea in questi giorni e hanno saputo essere un punto di riferimento per le comunità scolastiche in questo periodo di sospensione delle attività didattiche, mettendo le proprie professionalità e competenze a servizio dei più giovani. Apriamo le finestre sulla ricerca, eccellenza del nostro Paese, e lasciamo che tutti, uomini e donne, possano guardare attraverso e trovare risposte utili per affrontare un futuro di sviluppo sostenibile».

SHARPER si svolgerà in 12 città italiane: Ancona, Cagliari, Catania, L’Aquila, Macerata, Nuoro, Palermo, Pavia, Perugia, Terni, Torino e Trieste, con il coordinamento dall’impresa sociale Psiquadro, già al lavoro per immaginare nuove attività insieme al consorzio che comprende l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare INFN, il centro della scienza Immaginario Scientifico, l’associazione Observa Science in Society e sei Università: La Politecnica della Marche, l’Università di Cagliari, l’Università di Catania, l’Università di Palermo, l’Università di Perugia e l’Università di Torino. Oltre 120 le istituzioni, i partner culturali gli enti di ricerca coinvolti. Tra questi, CNR, INAF e INGV, pronti a reinventare le oltre 200 iniziative previste in modo da consentire la partecipazione in sicurezza a cittadini di tutte le età.

Categorie
Senza categoria

Nature: gli antichi umani si dividevano il lavoro

Archeologia: impronte fossilizzate suggeriscono che gli antichi umani si dividevano il lavoro. Da Nature Research.

La più grande raccolta di impronte dai reperti fossili umani in Africa fino ad oggi è descritta nei rapporti scientifici di questa settimana. I risultati, che approfondiscono la nostra comprensione della vita umana durante il tardo Pleistocene (126.000-11.700 anni fa), suggeriscono una divisione del lavoro nelle antiche comunità umane. Kevin Hatala e colleghi hanno scoperto 408 impronte umane a Engare Sero, in Tanzania, dopo che il sito è stato scoperto da membri di una vicina comunità Maasai. I ricercatori hanno datato le impronte tra 19.100 e 5.760 anni fa. In base alle loro dimensioni, alle distanze tra loro e ai loro orientamenti, gli autori suggeriscono che 17 tracce di impronte furono create da un gruppo di individui che si muovevano insieme a velocità di marcia in direzione sud-ovest. Il gruppo era probabilmente composto da 14 femmine adulte, due maschi adulti e un giovane maschio.

Gli autori ipotizzano che le femmine che hanno creato i binari raccogliessero piante commestibili in gruppo, e siano state visitate o accompagnate dai maschi, poiché questo comportamento è osservato nei moderni cacciatori – raccoglitori come Ache e Hadza. I risultati potrebbero indicare una divisione del lavoro basata sul sesso nelle antiche comunità umane. Per altre sei tracce di impronte orientate verso nord est, gli autori stimano una gamma più ampia di variazioni di velocità, il che potrebbe suggerire che non sono state create da un singolo gruppo che viaggiava insieme, ma da vari individui che correvano e camminavano a velocità diverse. I risultati forniscono un’istantanea dei movimenti e del comportamento di gruppo degli umani moderni che vivevano nell’Africa orientale durante il tardo Pleistocene.

Articolo Nature Research: Snapshots of human anatomy, locomotion, and behavior from Late Pleistocene footprints at Engare Sero, TanzaniaIstantanee di anatomia umana, locomozione e comportamento dalle impronte del tardo pleistocene a Engare Sero, Tanzania. DOI 10.1038 / s41598-020-64095-0

Link Nature Research.

Categorie
AI - Artificial Intelligence

Nature: machine learning, il modello identifica tre biomarcatori associati alla mortalità COVID-19

Dalla rivista scientifica Nature Machine Intelligence. Machine Learning: il modello identifica tre biomarcatori associati alla mortalità COVID-19.

Gli strumenti di Machine Learning hanno selezionato tre biomarcatori – deidrogenasi lattica, linfociti e livelli proteici C reattivi ad alta sensibilità – che possono predire la mortalità dei pazienti COVID-19 da campioni di sangue di 485 individui infetti a Wuhan, in Cina, secondo un articolo pubblicato su Nature Machine Intelligenza. Questi strumenti hanno predetto la mortalità dei singoli pazienti con più di dieci giorni di anticipo rispetto ai loro risultati con un’accuratezza superiore al 90%.

La valutazione clinica rapida, accurata e precoce della gravità COVID-19 dei pazienti è vitale. Tuttavia, non esiste attualmente alcun biomarcatore predittivo disponibile per distinguere i pazienti che richiedono cure mediche immediate e per stimare il loro tasso di mortalità associato.

Ye Yuan, colleghi di Li Yan hanno analizzato campioni di sangue di 485 pazienti di Wuhan, in Cina, per identificare marcatori robusti e significativi del rischio di mortalità. I campioni raccolti tra il 10 gennaio e il 18 febbraio 2020 da pazienti dell’ospedale di Tongji sono stati utilizzati per lo sviluppo di modelli. Dei 375 casi inclusi nell’analisi, 201 sono guariti da COVID-19 e sono stati dimessi dall’ospedale, mentre i restanti 174 pazienti sono deceduti.

Gli autori hanno progettato un approccio di modellizzazione matematica basato su algoritmi di Machine Learning ideati per identificare i biomarcatori più predittivi della mortalità dei pazienti. Il problema è stato formulato come compito di classificazione, in cui gli input includevano informazioni di base, sintomi, campioni di sangue e risultati di test di laboratorio, tra cui funzionalità epatica, funzionalità renale, funzione di coagulazione, elettroliti e fattori infiammatori, prelevati da pazienti generali, gravi e critici . Il modello ha selezionato i livelli proteici lattici di deidrogenasi (LDH), linfociti e C ad alta sensibilità come i biomarcatori più importanti che distinguono i pazienti a rischio imminente. Questa scoperta è in linea con le attuali conoscenze mediche secondo cui alti livelli di LDH da soli sono associati alla rottura del tessuto che si verifica in varie malattie, inclusi disturbi polmonari come la polmonite. La maggior parte dei pazienti ha ricevuto più campioni di sangue durante la loro permanenza in ospedale. Tuttavia, questo modello ha utilizzato solo i dati del campione finale dei pazienti. Tuttavia, il modello può essere applicato a tutti gli altri campioni di sangue e si può stimare il potenziale predittivo dei biomarcatori.

Gli autori concludono che il loro modello fornisce test clinici semplici, interpretabili e intuitivi per quantificare con precisione e rapidità il rischio di morte. Suggeriscono anche che i linfociti, un tipo di globuli bianchi, possono servire come potenziale bersaglio terapeutico, supportato da studi clinici. Notano che, man mano che saranno disponibili più dati, questa procedura dovrà essere ripetuta per una maggiore precisione.

Articolo: An interpretable mortality prediction model for COVID-19 patients. Un modello di previsione della mortalità interpretabile per i pazienti COVID-19. DOI 10.1038 / s42256-020-0180-7. Link Nature Machine Intelligence.

Categorie
Senza categoria

Nature: il sentiment online sulle vaccinazioni

Comportamento umano: mappatura del sentiment online sulle vaccinazioni.

Le interazioni sui social media tra punti di vista pro, neutrali e anti-vaccinazione e il modo in cui possono influenzarsi a vicenda sono mappate in uno studio pubblicato online su Nature questa settimana. La ricerca fornisce approfondimenti su come la sfiducia nelle competenze scientifiche sui vaccini possa evolversi nelle comunità online.

Neil Johnson e colleghi hanno utilizzato le informazioni di Facebook per mappare l’opinione della vaccinazione online per quasi 100 milioni di persone. Si è scoperto che questi individui erano collegati a pagine specifiche di Facebook che rappresentano punti di vista pro, neutrali o anti-vaccinazione, formando cluster che interagiscono tra paesi e lingue. La dimensione di ciascun cluster è stata determinata dal numero di fan per una determinata pagina di Facebook.

Gli autori hanno scoperto che, nonostante l’antivaccinazione fosse numericamente una visione di minoranza, era posizionata centralmente all’interno della rete. I cluster anti-vaccinazione sono stati anche fortemente intrecciati con cluster associati a opinioni neutrali sulla vaccinazione (si trattava di pagine di Facebook che si concentravano sulla vaccinazione o su un argomento associato alla vaccinazione ma che non prendevano una posizione chiara a favore o contro). Al contrario, i cluster pro-vaccinazione sono stati trovati alla periferia della mappa. Gli autori suggeriscono, quindi, che i cluster anti-vaccinazione sono in grado di raggiungere più facilmente i cluster neutri, il che potrebbe a sua volta portare al reclutamento di persone che in precedenza avevano opinioni neutrali sulla vaccinazione.

In un quadro teorico, gli autori sono stati in grado di riprodurre l’aumento del supporto anti-vaccinazione che si è verificato nel 2019 e prevedere che questa opinione potrebbe diventare l’opinione dominante sulla vaccinazione in un decennio. Sostengono che una comprensione delle dinamiche della rete potrebbe aiutare a informare gli approcci per interrompere la crescita degli atteggiamenti negativi nei confronti della vaccinazione e di altri problemi, come i cambiamenti climatici.

Articolo NatureThe online competition between pro- and anti vaccination views. La competizione online tra opinioni pro e anti vaccinazione. DOI
10.1038 / s41586-020-2281-1. Link Nature.

Categorie
Senza categoria

Prove della presenza in Europa di primi umani moderni

Evoluzione: prove per i primi umani moderni in Europa. Da Nature Ecology and Evolution, Nature.

La scoperta e la datazione dei primi resti umani moderni e dei manufatti associati da una grotta nell’Europa sud-orientale sono riportati in due studi pubblicati su Nature and Nature Ecology & Evolution questa settimana. Gli ominidi fossili rappresentano l’istanza più antica conosciuta dell’Homo sapiens del Paleolitico superiore. Gli umani moderni (H. sapiens) sono entrati in Europa circa 45.000 anni fa e subito dopo hanno sostituito i Neanderthal. Questo periodo di sostituzione della popolazione è noto come transizione paleolitica medio-alta. Il preciso calendario degli eventi durante questo periodo di transizione è ampiamente dibattuto, a causa della mancanza di resti fossili direttamente datati.

Nel loro documento su Nature, Jean-Jacques Hublin e colleghi descrivono resti di ominidi e manufatti scavati nella grotta di Bacho Kiro in Bulgaria. Trovano un dente che assegnano a H. sapiens, insieme ad altri quattro resti ossei identificati come umani sulla base del loro antico contenuto di proteine ​​e DNA. La datazione al radiocarbonio, descritta da Helen Fewlass e colleghi nel documento Nature Ecology & Evolution, suggerisce una fascia d’età compresa tra 46.940 e 43.650 anni. L’analisi del DNA estratto da queste ossa fornisce date stimate tra 44.830 e 42.616 anni, a supporto della datazione al radiocarbonio.

Gli scavi hanno anche scoperto una serie di ornamenti, tra cui pendenti realizzati con denti d’orso che ricordano quelli trovati in siti successivi associati all’attività di Neanderthal. Insieme, questi risultati dimostrano che gli umani moderni si sono espansi nelle medie latitudini dell’Eurasia prima di 45.000 anni fa, si sono sovrapposti ai Neanderthal e quindi hanno influenzato il loro comportamento prima di sostituirli.

Articoli Nature Ecology and Evolution, Nature:

  • A 14C chronology for the Middle to Upper Palaeolithic transition at Bacho Kiro Cave, Bulgaria. Cronologia del XIV sec. Per la transizione paleolitica medio-alta nella grotta di Bacho Kiro, Bulgaria. DOI 10.1038/s41559-020-1136-3. Link Nature.
  • Initial Upper Palaeolithic Homo sapiens from Bacho Kiro Cave, Bulgaria. Homo sapiens paleolitico superiore iniziale dalla grotta di Bacho Kiro, Bulgaria. DOI 10.1038/s41586-020-2259-z. Link Nature.
Categorie
Senza categoria

Scienze planetarie: brine liquide di superficie marziane comuni ma non abitabili

Scienze planetarie: brine liquide di superficie marziane comuni ma non abitabili. Da Nature Astronomy.

Le brine liquide su Marte possono essere più comuni e possono durare più a lungo, di quanto si pensasse in precedenza, suggerisce un articolo pubblicato su Nature Astronomy. Tuttavia, lo studio suggerisce anche che le proprietà e le temperature delle salamoie le rendono inospitali per i microrganismi terrestri.

L’acqua liquida stabile non è in grado di persistere sulla superficie di Marte, poiché l’atmosfera del pianeta è troppo sottile e fredda. Tuttavia, la presenza di sali può creare sostanze liquide, come le brine, che possono durare stabilmente per qualche tempo in condizioni marziane.

Edgard Rivera-Valentín e colleghi hanno combinato un modello termodinamico validato sperimentalmente con un modello climatico per studiare dove si potrebbero formare salamoie su Marte e per quanto tempo. Hanno scoperto che fino al 40% della superficie marziana, a tutte le latitudini fino all’equatore, potrebbe ospitare brine stabili. Queste salamoie potrebbero durare fino a sei ore consecutive e fino al 2% dell’intero anno marziano. Gli autori hanno anche scoperto che le brine nel sottosuolo potrebbero durare fino al 10% dell’anno marziano a una profondità di 8 cm.

Gli autori osservano che queste brine non possono essere classificate come “Regioni speciali” in base alle politiche di protezione planetaria, in quanto non possono sostenere la vita terrestre. Le posizioni delle brine stabili potrebbero essere obiettivi per la futura esplorazione marziana, poiché il rischio di contaminazione biologica dalla Terra è trascurabile.

Articolo Nature Astronomy: Distribution and habitability of (meta)stable brines on present-day Mars. Distribuzione e abitabilità delle brine meta stabili sull’attuale Marte. DOI 10.1038 / s41550-020-1080-9. Link Nature.

Categorie
Coronavirus - Covid-19

Brusaferro: “La curva continua a decrescere, ma il virus non è cambiato: rispettate le regole di prevenzione”

Brusaferro – Iss: “La curva continua a decrescere, ma il virus non è cambiato: rispettate le regole di prevenzione”

“La curva dell’epidemia sta decrescendo, stiamo andando verso un numero più basso dei casi in tutte le regioni, compresa la Lombardia”. Ad affermarlo il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, in apertura della conferenza stampa settimanale di oggi sull’evoluzione della pandemia di Covid-19. È presto però per valutare l’impatto del rilassamento del lockdown iniziato il 4 maggio. “Solo nella prossima settimana sarà possibile avere i dati relativi all’andamento dei casi nei primi giorni della fase 2” ha detto Brusaferro. Tutti noi con i nostri comportamenti possiamo contribuire a contenere la diffusione dell’epidemia, mantenendo la distanza fisica dagli altri e lavandoci spesso le mani. “Il virus non è cambiato – ha rimarcato il presidente dell’Iss -, ha le stesse caratteristiche e la stessa modalità di trasmissione che aveva nella fase 1, perciò violare le regole di comportamento per la prevenzione del contagio potrebbe facilitare la circolazione”.

Nell’88% dei casi Covid-19 è la prima causa di morte

Sulla base delle 2417 schede di decesso analizzate finora (il 9 per cento del totale), emerge che l’infezione da SarsCoV2 rappresenta la prima causa di morte nell’88,2 per cento dei casi (2133). Mentre nel resto dei pazienti deceduti, l’infezione si è sovrapposta ad altre patologie (soprattutto tumori, cardiopatie ischemiche, malattie cerebrovascolari, malattie croniche delle basse vie respiratorie, ipertensione e diabete).

Metodologia per la valutazione del rischio in fase di transizione

Il presidente dell’Iss ha poi descritto gli algoritmi per la valutazione dell’andamento delle infezioni nel Paese (disponibili nelle slide in allegato). “Si tratta di indicatori di processo, che rappresentano la capacità di gestire determinate attività nel contesto regionale e nazionale, e di risultato – ha spiegato Brusaferro -. Dall’analisi settimanale della cabina di regia tra ministero della Salute, Iss e Regioni si potranno quindi fare ragionamenti per decidere le misure successive”.

Il rapporto sulla mortalità Istat – Iss

Sono state 25.354 le morti in più registrate dall’Istat dal 20 febbraio al 31 marzo 2020, pari al 39 per cento in più rispetto alla media 2015-19 dello stesso periodo. “Poco più della metà sono attribuibili a Covid diagnosticato” ha dichiarato il presidente dell’Istat, Giancarlo Blangiardo, presente anche lui alla conferenza stampa. I dati riguardano 6.866 Comuni italiani su un totale di quasi 8mila. Per maggiori informazioni leggi il rapporto Istat-Iss.

Covid-19 nella popolazione di nazionalità straniera in Italia

Dall’inizio dell’epidemia al 22 Aprile sono stati diagnosticati e notificati al sistema di sorveglianza 6.395 casi (il 5,1 per cento del totale) attribuibili a individui di nazionalità straniera. “In linea di massima si può confutare l’ipotesi di una differenza di rischio fra stranieri e italiani” ha sottolineato Giovanni Rezza, appena nominato nuovo direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute. La minore incidenza dell’infezione nella popolazione straniera e la notifica dei casi ritardata rispetto a quella negli italiani (come riportato nelle slide in allegato) “potrebbero riflettere un ridotto o ritardato accesso ai tamponi per la diagnosi”, ha commentato Rezza, che spiegherebbe “il maggior rischio di ospedalizzazione e di ricovero in terapia intensiva osservato tra i casi stranieri”. Il direttore ha infine chiarito che essendo “l’analisi preliminare” per ora queste sono soltanto “ipotesi da interpretare con cautela”.

ISS schede evoluzione pandemia

ISS schede popolazione straniera

Categorie
Senza categoria

Coronavirus: i rischi da ipertensione, diabete, dislipidemia, malattie polmonari e cardiovascolari

Malattie croniche e rischio di CoViD-19: risultati preliminari di uno studio caso-controllo in Toscana

A cura di: P. Francesconi, F. Profili, S. Bartolacci, B. Bellini, D. Balzi, A. Zuppiroli, P. Ballo

Introduzione

La pandemia di CoViD-19 sta sfidando i sistemi di assistenza sanitaria in tutto il mondo con quadri clinici che variano da forme asintomatiche o pauci-sintomatiche a forme molto gravi che necessitano di cure intensive e sono gravate da alti tassi di letalità. 

Sono stati segnalati diversi fattori di rischio tra cui età, genere e una varietà di comorbidità croniche come ipertensione, diabete, malattie polmonari e cardiovascolari. Tuttavia, l’importanza relativa delle malattie croniche preesistenti rimane poco chiara.

È peraltro di fondamentale importanza identificare i soggetti a più alto rischio di ammalarsi di CoViD-19, al fine di poter fornire indicazioni specifiche per le strategie da adottare per la corretta implementazione di misure di prevenzione, sorveglianza, diagnosi e cura.

Lo scopo di questo studio è di esplorare l’associazione tra malattie croniche ed il rischio di sviluppare CoViD-19 sintomatica in Toscana.

Metodi

È stato condotto uno studio caso-controllo dove sono 2.700 i casi di CoViD-19 sintomatica residenti in Toscana non istituzionalizzati (di cui siamo riusciti a recuperare i dati necessari), i controlli l’intera popolazione d’età superiore ai 30 anni residente in Toscana a inizio 2020 e non istituzionalizzata, i fattori di rischio una serie di condizioni croniche presenti a inizio 2020 secondo la banca-dati MaCro dell’ARS con l’aggiunta di tumore maligno (definito come l’aver avuto un ricovero per tumore maligno negli ultimi 5 anni). Per i casi e i controlli sono state calcolate statistiche descrittive sulla distribuzione per età e genere e le prevalenze delle singole malattie croniche. Per ogni malattia cronica sono stati poi calcolati i rischi relativi (Odds Ratio) di ammalarsi di CoViD-19, aggiustando per età e per genere, età e comorbilità. Tutti i dati sono stati trattati in modo anonimo.

Risultati

Come atteso, la distribuzione percentuale per età e per genere dei casi è molto diversa rispetto a quella della popolazione generale, con una più alta percentuale di uomini e di anziani tra i casi. Il rischio di CoViD-19, di conseguenza, risulta maggiore tra gli uomini (OR uomini vs donne pari a 1,38) e nelle classi d’età più anziane (tabella 1).

Tabella 1: Casi e popolazione generale per età e genere – Numero, valori percentuali e Odds Ratio per Covid-19

tab 1

Quasi tutte le patologie considerate sono più frequenti tra i casi, rispetto alla popolazione generale. In generale, un malato cronico ha un rischio più che doppio di sviluppare CoViD-19 sintomatica rispetto a un soggetto sano (OR malato vs non malato pari a 2,31). Tra i fattori di rischio maggiori troviamo la demenza (OR grezzo pari a 2,79) e l’insufficienza cardiaca (OR grezzo pari a 2,71). Aggiustando le stime di rischio per età e genere gli OR si riducono tutti al di sotto del valore 2. Un malato cronico o oncologico, a parità di genere e classe d’età, ha il 56% di rischio in più di sviluppare CoViD-19 sintomatica (OR aggiustato per età e genere pari a 1,56) (tabella 2).

Tabella 2: Condizioni croniche – Numero, prevalenze percentuali e Odds Ratio di CoViD-19

tab 2

Molte delle patologie considerate mostrano un effetto sul rischio di CoViD-19 che permane anche una volta aggiustato per l’eventuale effetto delle altre comorbidità. I valori puntuali degli Odds Ratio sono maggiori di uno per tutte le malattie escluse le malattie croniche infiammatorie intestinali (MICI), anche se per alcune patologie non si raggiunge la significatività statistica. Gli assistiti a più alto rischio di sviluppare CoViD-19 sintomatica, con un rischio oltre il 40% più alto che nella popolazione generale, risultano gli affetti da insufficienza cardiaca, disturbi psicotici (uso di farmaci antipsicotici), demenza, malattie reumatiche e bronco-pneumopatia cronico-ostruttiva (BPCO) (figura 1).

Figura 1: Condizioni croniche – Odds Ratio (95%IC) per Covid-19, aggiustati per età, genere e altre comorbidità

fig 1 tris

Conclusioni

Questo studio valuta il rischio relativo tra gli affetti da varie condizioni croniche di sviluppare forme sintomatiche di CoViD-19. 

Da una parte, si conferma quanto già pubblicato in letteratura sul rischio aggiuntivo causato dalle più comuni malattie con particolare riguardo all’insufficienza cardiaca, all’ipertensione, alla BPCO, al diabete ed ai tumori, dall’altra si mettono in luce rischi più elevati di ammalarsi, ad oggi meno noti, anche per chi soffre di disturbi psicotici, demenza e malattie reumatiche

L’interpretazione di questi risultati è complessa, in quanto l’aumento del rischio di ammalarsi di CoViD-19 sintomatica nelle persone affette da queste condizioni croniche può dipendere sia dalle malattie stesse sia dalle terapie farmacologiche assunte per trattarle. 

Peraltro, l’associazione tra disturbi psichici e demenze con il rischio di CoViD-19 può anche dipendere dal fatto che la prevalenza di queste condizioni è particolarmente elevata tra i soggetti istituzionalizzati, tra i quali il rischio di infezione può risultare particolarmente elevato per un più elevato rischio di infezioni correlate all’assistenza. Per questo motivo, lo studio è stato condotto su soggetti che non risultano istituzionalizzati secondo i dati sanitari correnti. Purtroppo, però, questa informazione non è completa ed una parte della popolazione di studio potrebbe essere in realtà istituzionalizzata.

Questi risultati richiedono quindi ulteriori approfondimenti, soprattutto finalizzati a chiarire i diversi ruoli delle malattie e delle terapie che possono confondersi tra di loro e, in particolar modo per alcune malattie (demenza, disturbi psicotici, ictus) eventuali confondimenti residui dovuti all’istituzionalizzazione non registrata nei flussi informativi.

A cura di: Paolo Francesconi*, Francesco Profili*, Simone Bartolacci*, Benedetta Bellini*, Daniela Balzi**, Alfredo Zuppiroli*, Piercarlo Ballo**.

* ARS Toscana

** ASL Toscana Centro 

Link Agenzia Regionale di Sanità – Ars Toscana.

Categorie
Coronavirus - Covid-19

Nature: identificare i guariti da Covid-19 può aiutare a sviluppare la shield immunity nelle comunità

Ricerca medica: l’identificazione di pazienti che si sono ripresi da COVID-19 potrebbe aiutare a sviluppare la shield immunity all’interno di una popolazione.

Le persone che si sono riprese da COVID-19 potrebbero tornare alla popolazione generale per aiutare a ridurre il tasso di trasmissione del coronavirus causale SARS-CoV-2, secondo un documento di modellazione pubblicato su Nature Medicine. Queste persone, che avrebbero bisogno di essere identificate attraverso test anticorpali, potrebbero aiutare nello sviluppo della shield immunity all’interno della più ampia comunità.

Senza un vaccino o un trattamento affidabile per COVID-19, le attuali strategie di sanità pubblica per affrontare la pandemia possono essere suddivise in gran parte in due approcci: mitigazione e soppressione. Entrambe le strategie mirano a ridurre le nuove infezioni SARS-CoV-2 limitando la quantità di contatto da uomo a uomo, ma ciò può avere impatti economici e sociali negativi a lungo termine.

Joshua Weitz e colleghi hanno sviluppato e analizzato un modello epidemiologico per ridurre la trasmissione SARS-CoV-2. Il loro approccio si basa sull’uso di test sierologici – o anticorpali – per identificare le persone che si sono riprese da COVID-19. Il modello presuppone che le persone guarite saranno negative ai virus, avranno anticorpi protettivi contro SARS-CoV-2 e saranno in grado di interagire in modo sicuro con persone sensibili e infettive. Queste persone recuperate potrebbero quindi tornare alla popolazione generale e aumentare le loro interazioni rispetto ad altri individui. Gli autori suggeriscono che ciò potrebbe costruire “l’immunità dello scudo” all’interno della popolazione aumentando le interazioni tra le persone recuperate e diminuendo le interazioni tra le persone con uno status sconosciuto.

Gli autori hanno studiato l’impatto dell ‘”immunità dello scudo” su una popolazione modello di 10 milioni in due scenari: alta trasmissione, con un R0 di 2,33 e bassa trasmissione, con un R0 di 1,57. Il valore R0 rappresenta il numero di casi che una persona infetta può causare mentre sono infettivi in ​​una popolazione altrimenti suscettibile. Gli autori hanno valutato l’impatto della schermatura intermedia – quando una persona guarita sostituisce altre due interazioni – e la schermatura potenziata – quando sostituiscono altre venti interazioni. In uno scenario ad alta trasmissione, sono stati previsti 71.000 decessi, ma questo è diminuito a 58.000 decessi con protezione intermedia e a 20.000 con protezione potenziata. In uno scenario a bassa trasmissione, sono stati previsti 50.000 decessi, mentre 34.000 e 8.400 sono stati previsti rispettivamente sotto protezione intermedia e protezione potenziata. Il modello mostra anche che la schermatura può essere utilizzata in concerto con il distanziamento sociale per ridurre le interazioni e consentire agli individui recuperati di tornare alle attività.

Gli autori avvertono che il modello di base presuppone che l’immunità di una persona guarita durerà almeno un anno, sebbene trovino risultati affidabili quando l’immunità dura quattro mesi o più. La durata dell’immunità è attualmente sconosciuta. Gli autori sottolineano anche la necessità di accurati test sierologici su tutta la popolazione per supportare eventuali interventi di sanità pubblica.

Articolo: Modeling shield immunity to reduce COVID-19 epidemic spread. DOI 10.1038 / s41591-020-0895-3. Link Nature.

Categorie
Coronavirus - Covid-19

Nature: ricerca sui farmaci, interazioni tra il bersaglio del farmaco anti SARS-CoV-2 e il suo inibitore

Ricerca sui farmaci: la struttura cristallina rivela interazioni tra il bersaglio del farmaco anti SARS-CoV-2 e il suo inibitore. Da Nature Structural and Molecular Biology.

Le interazioni molecolari tra carmofur, un farmaco chemioterapico identificato come composto promettente per lo sviluppo di trattamenti per COVID-19 e SARS-CoV-2 sono descritte in un documento sulla struttura dei cristalli pubblicato in Nature Structural & Molecular Biology. I risultati potrebbero fornire la base per la progettazione di derivati ​​del carmofur che potrebbero essere più potenti nella loro azione su SARS-CoV-2.

I ricercatori sono alla ricerca di farmaci in grado di impedire la replicazione del virus SARS-CoV-2, che arresterebbe la progressione dell’infezione nei pazienti. La proteasi principale SARS-CoV-2 (Mpro), un enzima coinvolto nella replicazione virale, è stata identificata come potenziale bersaglio per questo tipo di trattamento. Haitao Yang e colleghi hanno precedentemente identificato il carmofur, un farmaco approvato che è stato usato per curare il cancro del colon-retto dagli anni ’80 e ha mostrato benefici clinici nel trattamento dei tumori al seno, allo stomaco e alla vescica, come un composto che può inibire Mpro negli esperimenti di laboratorio. Tuttavia, i dettagli molecolari su come il carmofur inibisce Mpro sono sconosciuti.

In questo articolo, gli autori presentano la struttura a raggi X del SARS-CoV-2 Mpro legato al carmofur. La struttura rivela che il farmaco modifica direttamente l’elemento catalitico Cys145 di SARS-CoV-2 Mpro. Questo, e ulteriori dettagli su come il farmaco interagisce con Mpro, chiariti dalla struttura, potrebbero fornire le basi per la progettazione di derivati ​​più potenti del carmofur. Inoltre, gli autori concludono che, poiché Mpro è una sequenza che rimane conservata su tutti i coronavirus, il carmofur e i farmaci sviluppati da esso possono essere efficaci contro un ampio spettro di infezioni da coronavirus.

Articolo: Structural basis for the inhibition of SARS-CoV-2 main protease by antineoplastic drug carmofur. DOI 10.1038 / s41594-020-0440-6. Link Nature Structural and Molecular Biology.

Categorie
Science

ISPRA: portiamo la ricerca a scuola

Dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale: “i migliori contributi del mondo della ricerca pubblica italiana da oggi online in un’unica piattaforma”.

La scienza e la ricerca per la scuola: fisica e astrofisica, spazio, ambiente, natura, tecnologia, matematica, scienze umane e sociali, innovazione e risparmio energetico e tutto quanto può essere compreso nella definizione di ricerca scientifica a disposizione di insegnanti e studenti che in questo periodo si sono organizzati con la didattica a distanza, ma anche delle famiglie che li supportano. L’iniziativa è di tutti gli enti pubblici di ricerca italiani, che hanno fatto fronte comune per riunire contenuti, video e contributi interattivi in un’unica piattaforma, quella dell’Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE).

Il materiale, continuamente aggiornato e che fa riferimento alla migliore produzione di comunicazione del mondo della ricerca, è organizzato per temi, tag e ente di appartenenza e diventa non solo strumento didattico e di approfondimento, ma anche stimolo per allargare gli orizzonti della conoscenza.

Questi gli Enti pubblici di ricerca e i loro contributi.

Area Science Park: Dalla genomica alla nutrizione, dall’Internet of Things alle tecnologie per esplorare lo spazio e non solo. Area Science Park racconta, attraverso una serie di video, in che modo la ricerca e l’innovazione trovano riscontro e applicazione nella vita quotidianità di tutti noi. Ufficio stampa: Francesca Iannelli – press@areasciencepark.it

ASI: Il racconto dello Spazio per l’Agenzia Spaziale Italiana passa attraverso 19 video (alcuni vere lezioni virtuali): esplorare l’Universo, scoperte della fisica fondamentale, esperimenti e vita degli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Ufficio Stampa: Giuseppina Piccirilli – stampa@asi.it

CNR: La multidisciplinarietà del Consiglio Nazionale delle Ricerche si riflette nella multimedialità dei contenuti forniti: video, fumetti e cartoon, software, mostre, webinar, news, articoli sull’attualità e l’attività della rete scientifica. Ufficio stampa: Marco Ferrazzoli – marco.ferrazzoli@cnr.it

CREA: Videolezioni, ebook, app e una webserie vera e propria: per far scoprire a grandi e piccoli l’agricoltura, dal gene alla tavola, sempre all’insegna della sostenibilità, senza dimenticare i consigli per mangiare sano dei nostri esperti.
Ufficio stampa Cristina Giannetti – stampa@crea.gov.it

CREF: Visita virtuale al museo dell’Istituto sulla vita e le opere di Enrico Fermi e del gruppo di dei ragazzi di Via Panisperna. Videointerviste di divulgazione scientifica sui temi della complessità, propagazione di fake news sui social network.
Responsabile Comunicazione: Francesco Sylos Labini – sylos@cref.it

ENEA: L’Ente propone un ‘pacchetto’ di 10 lezioni online su efficienza e risparmio energetico e 10 dirette Facebook con i suoi esperti, dedicate ai temi delle puntate dell’Info-reality sull’efficienza energetica realizzato per la campagna “Italia in Classe A” in collaborazione con il MiSE. Vi è poi una selezione di video su clima, ambiente, economia circolare, energia da fusione e innovazione tecnologica. Ufficio stampa: Roberto De Ritis – ufficiostampa@enea.it

INAF: Le proposte dell’Istituto raccolgono materiali dedicati agli insegnanti nelle classi, ma anche video rivolti direttamente agli studenti e mostre virtuali da visitare online per tutta la famiglia. Dal Sistema Solare ai buchi neri, dalla Luna agli esopianeti, tra passato e futuro delle scienze dell’universo. Ufficio Stampa: Marco Galliani – ufficiostampa@inaf.it

INDAM: L’Istituto ha ben chiaro quanto conti la scuola e che non ci può essere Alta Matematica senza un’educazione matematica di qualità a tutti i livelli scolari. #lascuolaconta: video, lezioni, idee per la DAD e oltre, la comunità matematica per la scuola e con la scuola. Contatto: Barbara Nelli – barbara.nelli@univaq.it

INDIRE: L’Istituto propone una sezione per la didattica a distanza con più di 150 webinar a cui hanno partecipato 25 mila docenti. Offre anche una pagina di tutorial e strumenti innovativi, mostre virtuali e contributi su coding, musica a scuola e tecnologie applicate alla didattica. Ufficio stampa: Luca Rosetti – comunicazione@indire.it

INFN: Onde gravitazionali, antimateria, materia oscura, bosone di Higgs sono alcuni dei protagonisti degli approfondimenti proposti dall’INFN. La fisica moderna raccontata agli studenti, esperimenti da fare a casa, dirette Facebook, cartoon, conferenze-spettacolo per ragazzi e famiglie e molto altro. Ufficio stampa: Antonella Varaschin – antonella.varaschin@presid.infn.it

INGV: Una selezione di video, immagini e giochi per entrare nel pianeta affascinante, dalle eruzioni vulcaniche alle passeggiate sui ghiacciai fino alla scoperta del tremore sismico. In un viaggio che da web prosegue “nel” pianeta Terra. Ufficio Stampa: Valeria De Paola – ufficio.stampa@ingv.it

INRIM: Dalla storia della scienza delle misure alle misurazioni nella vita di tutti i giorni: la metrologia e il suo contributo allo sviluppo scientifico, tecnologico e industriale, ma non solo. Comunicazione: Barbara Fracassi – b.fracassi@inrim.it

INVALSI: l’Istituto presenta un primo gruppo di video utili a focalizzare alcuni aspetti relativi alle prove nazionali e continuerà a proporre specifici contributi per offrire spunti e approfondimenti sulla valutazione del sistema scolastico italiano nel suo complesso, sulle ricerche correlate, sull’utilizzo dei dati e sulle indagini internazionali a cui il nostro Paese aderisce. Responsabile comunicazione: Maria Teresa Marzano – mt.marzano ext@invalsi.it

Istituto Italiano di Studi Germanici: L’Istituto, l’unico tra gli Enti di Ricerca italiani unicamente dedicato alle discipline umanistiche, con specializzazione nelle culture del Nordeuropa (culture di lingua tedesca, dei paesi scandinavi e dell’area di lingua nederlandese), propone una serie di video di formato uniforme con lezioni di approfondimento sulla filosofia, la storia e la letteratura tedesca, con escursioni nelle letterature nordiche. Contatto: Bruno Berni – berni@studigermanici.it

ISPRA: L’ambiente insegna: documentari e spot per tutte le età, utili anche per attività didattiche; un viaggio nell’oasi naturalistica di Castel Porziano, i colori profondi del Mediterraneo e il robot sottomarino per studiare i fondali, la plastica in mare e gli impatti sulle tartarughe marine, a caccia di “alieni” tra le nostre specie. Ufficio stampa: Cristina Pacciani – stampa@isprambiente.it

ISS: L’Istituto, oggi in prima linea per contrastare l’epidemia da nuovo coronavirus, mette a disposizione una serie di video per far conoscere e apprezzare il mondo della ricerca visto “da dentro”. Ascolterete la voce di giovani ricercatori e ricercatrici di oggi, per poter condividere le loro scelte e il loro entusiasmo, e ricercatori di ieri, per conoscere le radici del più importante ente di ricerca per la sanità pubblica in Italia. Ufficio Stampa: Mirella Taranto – ufficio.stampa@iss.it

ISTAT: Attraverso prodotti tipicamente educational – dai giochi alle fiabe statistiche, ai pacchetti didattici fino ai tour virtuali – l’Istat propone un percorso di conoscenza delle statistiche ufficiali che dà conto dell’impegno dell’Istituto per promuovere un approccio consapevole dell’importanza dei dati nella vita di tutti i giorni. Ufficio stampa: ufficiostampa@istat.it

OGS: L’Istituto propone una selezione di materiali di facile fruizione relativi ad alcuni degli ambiti delle Scienze della Terra, del Mare e delle aree polari di cui quotidianamente si occupa. Video, lezioni e contenuti di approfondimento che spaziano dallo studio del clima e delle conseguenze dello scioglimento dei ghiacci polari agli strumenti che vengono utilizzati dai ricercatori per le analisi geofisiche e per lo studio degli oceani, ma anche riflessioni sulle problematiche ambientali, sociali ed economiche. Ufficio stampa: Michele Da Col – press@inogs.it

Stazione Zoologica ANTON DOHRN: i contributi video forniti dalla SZN sono incentrati sulla sensibilizzazione e divulgazione sulle problematiche che interessano l’ecosistema marino. Resp. Area III Missione: Claudia Gili – claudia.gili@szn.it

Tutto il materiale è reperibile al seguente link: http://www.indire.it/gli-enti-pubblici-di-ricerca-a-supporto-degli-studenti/

Link ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.