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Innovation and Research

Neutralizzazione incrociata di SARS-CoV-2 da parte di un anticorpo monoclonale SARS-CoV umano

Neutralizzazione incrociata di SARS-CoV-2 da parte di un anticorpo monoclonale SARS-CoV umano.

Immunologia: l’anticorpo di un paziente guarito dalla SARS inibisce la SARS-CoV-2.

Un anticorpo isolato da un paziente che si è ripreso dalla SARS (sindrome respiratoria acuta grave) ha mostrato di bloccare efficacemente l’infettività della SARS-CoV-2. Questa scoperta è riportata oggi in Natura. Anticorpi che possono neutralizzare il virus potrebbero aiutare nello sviluppo di trattamenti o vaccini antivirali.

Gli anticorpi sono prodotti dal sistema immunitario in risposta a materiale estraneo che invade il corpo. Gli anticorpi monoclonali possono colpire una specifica proteina (antigene) su un patogeno. L’identificazione di anticorpi monoclonali che possono legarsi alla proteina spike trovata sui coronavirus SARS-CoV-2 e SARS, che facilita l’ingresso nelle cellule umane, può aiutare gli sforzi per curare o prevenire l’infezione da SARS-CoV-2.

Davide Corti e colleghi avevano precedentemente identificato anticorpi monoclonali, da un paziente che si era ripreso dalla SARS nel 2003, che potevano inibire i coronavirus correlati alla SARS sia dall’uomo che dagli animali. Hanno studiato il potenziale di 25 di questi anticorpi per inibire la SARS-CoV-2 (un effetto chiamato cross-reattività) e hanno trovato otto anticorpi che potrebbero legarsi sia al virus libero che alle cellule infette.

Un candidato, chiamato S309, ha dimostrato di avere un’attività di neutralizzazione particolarmente forte contro SARS-CoV-2. Risolvendo la struttura cristallina di S309, gli autori dimostrano come l’anticorpo si lega alla proteina virale del picco. Mostrano che l’S309 può agire in combinazione con un altro anticorpo, meno potente, che prende di mira un sito diverso sulla proteina del picco del virus. Questa attività sinergica potrebbe migliorare la neutralizzazione riducendo al contempo la possibilità che emergano mutazioni resistenti, suggeriscono gli autori.

I risultati della dimostrazione del concetto suggeriscono che vale la pena esplorare i cocktail di anticorpi monoclonali per controllare il SARS-CoV-2. Tuttavia, in questo studio non sono stati condotti esperimenti sull’uomo.

L’articolo pubblicato sulla rivista scientifica Nature.

Cross-neutralization of SARS-CoV-2 by a human monoclonal SARS-CoV antibody. Neutralizzazione incrociata di SARS-CoV-2 da parte di un anticorpo monoclonale SARS-CoV umano. DOI 10.1038/s41586-020-2349-y. Link Nature.

Autori corrispondenti.

  • David Veesler. Università di Washington, Seattle, WA, USA. Email: dveesler@uw.edu
  • Davide Corti. Vir Biotechnology, Bellinzona, Svizzera Email: dcorti@vir.bio.

Gli autori della ricerca.

Dora Pinto, Young-Jun Park, Martina Beltramello, Alexandra C. Walls, M. Alejandra Tortorici, Siro Bianchi, Stefano Jaconi, Katja Culap, Fabrizia Zatta, Anna De Marco, Alessia Peter, Barbara Guarino, Roberto Spreafico, Elisabetta Cameroni, James Brett Case, Rita E. Chen, Colin Havenar-Daughton, Gyorgy Snell, Amalio Telenti, Herbert W. Virgin, Antonio Lanzavecchia, Michael S. Diamond, Katja Fink, David Veesler e Davide Corti.

Link Nature: https://www.nature.com/articles/s41586-020-2349-y.

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Environment and Ecology

ISPRA: mascherine e guanti usati, come smaltirli

L’ISPRA spiega come smaltire mascherine e guanti usati.

Spiegando che le comuni mascherine chirurgiche o igieniche senza filtro, secondo le normative vigenti tecnicamente non sono DPI. Rientrano invece nella “categoria dei dispositivi medici e non proteggono l’operatore, bensì il paziente o l’alimento dalle possibili contaminazioni”.

Però dal punto di vista della “classificazione dei rifiuti, a prescindere dal fatto che tali materiali rientrino nella definizione di DPI, rimane comunque valido il concetto che gli stessi si configurano come materiali filtranti e/o protettivi”.

Quindi nelle indicazioni riportate nel documento dell’ISPRA, pure “se in modo non del tutto proprio”, l’espressione DPI “verrà utilizzata secondo l’accezione” utilizzata “nell’attuale fase emergenziale, e riferita pure alle mascherine chirurgiche o o igieniche senza filtro.

Link ISPRA . I rifiuti costituiti da DPI usati.

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Coronavirus - Covid-19

Decreto Legge 16 maggio 2020: cosa prevede la Fase 2

Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte e del ministro della salute Roberto Speranza, ha approvato un decreto legge che introduce ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19. Il decreto delinea il quadro normativo nazionale all’interno del quale, dal 18 maggio al 31 luglio 2020, con appositi decreti od ordinanze, statali, regionali o comunali, potranno essere disciplinati gli spostamenti delle persone fisiche e le modalità di svolgimento delle attività economiche, produttive e sociali.

Spostamenti

NELLA STESSA REGIONE

A partire dal 18 maggio, gli spostamenti delle persone all’interno del territorio della stessa regione non saranno soggetti ad alcuna limitazione. Lo Stato o le Regioni, in base a quanto previsto dal decreto legge 25 marzo 2020, n. 19, potranno adottare o reiterare misure limitative della circolazione all’interno del territorio regionale relativamente a specifiche aree interessate da un particolare aggravamento della situazione epidemiologica.

TRA REGIONI DIVERSE

Fino al 2 giugno restano vietati gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, così come quelli da e per l’estero, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

A decorrere dal 3 giugno, gli spostamenti tra regioni diverse potranno essere limitati solo con provvedimenti statali adottati ai sensi dell’articolo 2 del decretolegge 25 marzo 2020, n. 19, in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree.

DA E PER L’ESTERO

Tali norme varranno anche per gli spostamenti da e per l’estero, che potranno essere limitati solo con provvedimenti statali anche in relazione a specifici Stati e territori, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico e nel rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e degli obblighi internazionali. Saranno comunque consentiti gli spostamenti tra la Città del Vaticano o la Repubblica di San Marino e le regioni confinanti.

DIVIETO DI MOBILITA’ PER CHI È IN QUARANTENA

È confermato il divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena per provvedimento dell’autorità sanitaria in quanto risultate positive al virus Covid-19, fino all’accertamento della guarigione o al ricovero in una struttura sanitaria o altra struttura allo scopo destinata. La quarantena precauzionale è applicata con provvedimento dell’autorità sanitaria ai soggetti che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di soggetti positivi al virus Covid-19 e agli altri soggetti indicati con i provvedimenti adottati ai sensi dell’articolo 2 del decreto legge n.19 del 2020.

DIVIETO DI ASSEMBRAMENTI

Resta vietato, l’assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico.

FUNZIONI RELIGIOSE

Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si svolgono nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle rispettive confessioni, contenenti le misure idonee a prevenire il rischio di contagio.

Attività economiche, produttive e sociali

A partire dal 18 maggio, le attività economiche, produttive e sociali devono svolgersi nel rispetto dei contenuti di protocolli o linee guida, idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in ambiti analoghi, adottati dalle regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali. In assenza di quelli regionali trovano applicazione i protocolli o le linee guida adottati a livello nazionale. Le misure limitative delle attività economiche e produttive possono essere adottate, nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità, con provvedimenti statali emanati ai sensi dell’articolo 2 del decreto legge n. 19 del 2020 o, nelle more di tali provvedimenti, dalle Regioni.

MONITORAGGIO REGIONALE

Per garantire lo svolgimento in condizioni di sicurezza delle attività economiche, produttive e sociali, le regioni monitorano con cadenza giornaliera l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e, in relazione a tale andamento, le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale. I dati del monitoraggio sono comunicati giornalmente dalle regioni al ministero della Salute, all’Istituto superiore di sanità e al Comitato tecnico-scientifico. In relazione all’andamento della situazione epidemiologica sul territorio, la singola regione, informando contestualmente il ministro della Salute, può introdurre misure derogatorie, ampliative o restrittive, rispetto a quelle disposte a livello statale.

Sanzioni

Il mancato rispetto dei contenuti dei protocolli o delle linee guida regionali o, in assenza, nazionali, che non assicuri adeguati livelli di protezione, determina la sospensione dell’attività economica o produttiva fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.

Salvo che il fatto costituisca reato diverso da quello di cui all’articolo 650 del codice penale (“Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità”), le violazioni delle disposizioni del decreto, o dei decreti e delle ordinanze emanati per darne attuazione, sono punite con la sanzione amministrativa di cui all’articolo 4, comma 1, del decreto legge 25 marzo 2020 n.19, che prevede il pagamento di una somma da euro 400 a euro 3.000, aumentata fino a un terzo se la violazione avviene mediante l’utilizzo di un veicolo.

Nei casi in cui la violazione sia commessa nell’esercizio di un’attività di impresa, si applica altresì la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni. Ove necessario per impedire la prosecuzione o la reiterazione della violazione, l’autorità procedente può disporre la chiusura provvisoria dell’attività o dell’esercizio per una durata non superiore a 5 giorni, eventualmente da scomputare dalla sanzione accessoria definitivamente irrogata, in sede di sua esecuzione. In caso di reiterata violazione della medesima disposizione la sanzione amministrativa è raddoppiata e quella accessoria è applicata nella misura massima.

Consulta il decreto legge 16 maggio 2020, n.33

Leggi il comunicato di Palazzo Chigi

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Innovation and Research

SHARPER – La Notte Europea dei Ricercatori torna a L’Aquila il 27 novembre 2020

SHARPER – La Notte Europea dei Ricercatori torna a L’Aquila il 27 novembre 2020

La Notte Europea dei Ricercatori, uno dei principali eventi internazionali dedicati al dialogo tra ricerca e cittadini e promosso nell’ambito delle azioni Marie Curie, è confermata anche per il 2020.

Il progetto SHARPER è stato selezionato dalla Commissione Europea con il massimo del punteggio tra i 100 progetti sottomessi da tutta Europa.

«Siamo entusiasti del risultato raggiunto, che premia l’altissimo livello di collaborazione tra mondo della ricerca e mondo della comunicazione in un momento in cui questo connubio è strategico per tutti i cittadini» ha dichiarato Leonardo Alfonsi, coordinatore nazionale del progetto.

A causa dell’emergenza da Covid-19, però, l’appuntamento si trasferisce dal tradizionale ultimo venerdì di settembre al 27 novembre e anche questa iniziativa, che negli ultimi anni ha coinvolto milioni di visitatori in centinaia di città, si prepara ad affrontare le sfide comuni a tutti gli eventi dal vivo: pensare nuovi modi di coinvolgimento del pubblico, conservando lo spirito di curiosità e partecipazione che lo ha caratterizzato e fatto crescere in questi anni.

«Crediamo che la Notte Europea dei Ricercatori 2020 debba svolgersi poiché sarà importante mostrare al grande pubblico l’impatto positivo della ricerca scientifica su tutta la società. La Notte porta la scienza e i ricercatori vicini ai ragazzi e alle famiglie, può aiutare il dialogo con i cittadini e la condivisione di speranza».  Con queste parole è stata comunicata nei giorni scorsi la notizia dalla Commissione agli organizzatori degli eventi.

Bisognerà aspettare l’evolvere della situazione a livello nazionale e le indicazioni sullo svolgimento degli eventi dal vivo, ma l’edizione 2020 della Notte Europea dei Ricercatori segnerà il passaggio a nuove forme di dialogo tra il mondo della ricerca e i cittadini. Dialogo che sia dal vivo e in presenza che in formati a distanza e virtuali, conserverà il carattere di immediatezza, informalità e approfondimento rigoroso che in questi anni ha caratterizzato SHARPER.

SHARPER 2020 (SHAring Researchers’ Passion for Evolving Responsabilities) è un progetto a carattere nazionale e coinvolge 12 città in Italia  tornerà anche a L’Aquila, dove è nato nel 2014, per la settima edizione.

SHARPER – La Notte Europea dei Ricercatori nelle edizioni passate ha ottenuto un grandissimo successo, coinvolgendo l’intera comunità con tante attività pensate per tutte le fasce di età, con l’obiettivo di avvicinare in maniera avvincente, originale e divertente, le famiglie, le scuole e tutta la cittadinanza al mondo della scienza e della ricerca.

SHARPER L’Aquila è organizzato dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso con la fondamentale collaborazione del Comune dell’Aquila e del Gran Sasso Science Institute e coinvolge altre importanti realtà scientifiche, culturali e istituzionali del territorio quali la Regione Abruzzo, l’Istituto di Geofisica e Vulcanologia, l’Osservatorio Astronomico d’Abruzzo, la società biofarmaceutica Dompé,  la Leonardo S.p.A., la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, l’Accademia di Belle Arti e tanti altri. È sostenuto inoltre dall’Associazione per l’Insegnamento della Fisica e dall’Associazione Scienza Gran Sasso.

“Quest’anno più che mai siamo orgogliosi di poter proporre nuovamente ai cittadini un evento culturale di grande portata, che negli ultimi anni ha visto la partecipazione di moltissimi visitatori – ha dichiarato Stefano Ragazzi, direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso – La difficile situazione in cui versiamo, e che accomuna l’Italia intera, ci sprona a dare continuità alla nostra iniziativa, a valorizzare il mondo della ricerca in un momento in cui la ricerca assume un’importanza fondamentale. L’evento SHARPER dovrà rimodularsi in base alla normativa vigente, trovare diverse location e modalità per coinvolgere i visitatori, ma sarà una sfida che affronteremo con serenità e con la consapevolezza che riusciremo a coinvolgere istituzioni e visitatori con l’entusiasmo di sempre”.

SHARPER si conferma uno degli appuntamenti principali per la città dell’Aquila – ha dichiarato il sindaco del capoluogo abruzzese, Pierluigi Biondi – abbiamo sempre creduto in questa iniziativa, tanto da sostenerla in maniera concreta e tangibile. Per questo saremo ben lieti di riprendere il 27 novembre ciò che solo l’emergenza Covid ha interrotto. Per noi aquilani SHARPER non è solo l’occasione per confrontarsi con il mondo della ricerca, ma è anche uno strumento per orientare la nostra comunità in un percorso di rinascita e sviluppo. La ricostruzione non solo materiale della città fonda le sue basi proprio su ricerca e innovazione, oltre che su cultura, formazione e turismo. Siamo convinti che le esternalità positive prodotte dall’interazione tra le nostre eccellenze in questi campi e il tessuto cittadino saranno il motore per superare le sfide che il nostro futuro ci rende già attuali”.

“Questo nuovo successo della notte europea dei ricercatori all’Aquila conferma che la nostra città è in prima fila non solo nella ricerca scientifica ma anche nella capacità di comunicarla e diffonderne i contenuti”, ha commentato Eugenio Coccia, rettore del Gran Sasso Science Institute.

«La Notte europea dei ricercatori è un tradizionale momento di condivisione di conoscenza che quest’anno assume un rilievo particolare: questa pandemia – dichiara la Vice Ministra dell’Istruzione Anna Ascani – ha dimostrato che la collaborazione tra studiosi e ricercatori, a livello nazionale e internazionale, è fondamentale per vincere le sfide che ci aspettano. E che il mondo della ricerca può e deve entrare sempre più in contatto con i cittadini per aiutarli a comprendere ciò che succede e dare loro strumenti per orientarsi e riconoscere false credenze da informazioni scientificamente fondate. I nostri enti di ricerca sono in prima linea in questi giorni e hanno saputo essere un punto di riferimento per le comunità scolastiche in questo periodo di sospensione delle attività didattiche, mettendo le proprie professionalità e competenze a servizio dei più giovani. Apriamo le finestre sulla ricerca, eccellenza del nostro Paese, e lasciamo che tutti, uomini e donne, possano guardare attraverso e trovare risposte utili per affrontare un futuro di sviluppo sostenibile».

SHARPER si svolgerà in 12 città italiane: Ancona, Cagliari, Catania, L’Aquila, Macerata, Nuoro, Palermo, Pavia, Perugia, Terni, Torino e Trieste, con il coordinamento dall’impresa sociale Psiquadro, già al lavoro per immaginare nuove attività insieme al consorzio che comprende l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare INFN, il centro della scienza Immaginario Scientifico, l’associazione Observa Science in Society e sei Università: La Politecnica della Marche, l’Università di Cagliari, l’Università di Catania, l’Università di Palermo, l’Università di Perugia e l’Università di Torino. Oltre 120 le istituzioni, i partner culturali gli enti di ricerca coinvolti. Tra questi, CNR, INAF e INGV, pronti a reinventare le oltre 200 iniziative previste in modo da consentire la partecipazione in sicurezza a cittadini di tutte le età.

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Nature: gli antichi umani si dividevano il lavoro

Archeologia: impronte fossilizzate suggeriscono che gli antichi umani si dividevano il lavoro. Da Nature Research.

La più grande raccolta di impronte dai reperti fossili umani in Africa fino ad oggi è descritta nei rapporti scientifici di questa settimana. I risultati, che approfondiscono la nostra comprensione della vita umana durante il tardo Pleistocene (126.000-11.700 anni fa), suggeriscono una divisione del lavoro nelle antiche comunità umane. Kevin Hatala e colleghi hanno scoperto 408 impronte umane a Engare Sero, in Tanzania, dopo che il sito è stato scoperto da membri di una vicina comunità Maasai. I ricercatori hanno datato le impronte tra 19.100 e 5.760 anni fa. In base alle loro dimensioni, alle distanze tra loro e ai loro orientamenti, gli autori suggeriscono che 17 tracce di impronte furono create da un gruppo di individui che si muovevano insieme a velocità di marcia in direzione sud-ovest. Il gruppo era probabilmente composto da 14 femmine adulte, due maschi adulti e un giovane maschio.

Gli autori ipotizzano che le femmine che hanno creato i binari raccogliessero piante commestibili in gruppo, e siano state visitate o accompagnate dai maschi, poiché questo comportamento è osservato nei moderni cacciatori – raccoglitori come Ache e Hadza. I risultati potrebbero indicare una divisione del lavoro basata sul sesso nelle antiche comunità umane. Per altre sei tracce di impronte orientate verso nord est, gli autori stimano una gamma più ampia di variazioni di velocità, il che potrebbe suggerire che non sono state create da un singolo gruppo che viaggiava insieme, ma da vari individui che correvano e camminavano a velocità diverse. I risultati forniscono un’istantanea dei movimenti e del comportamento di gruppo degli umani moderni che vivevano nell’Africa orientale durante il tardo Pleistocene.

Articolo Nature Research: Snapshots of human anatomy, locomotion, and behavior from Late Pleistocene footprints at Engare Sero, TanzaniaIstantanee di anatomia umana, locomozione e comportamento dalle impronte del tardo pleistocene a Engare Sero, Tanzania. DOI 10.1038 / s41598-020-64095-0

Link Nature Research.

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AI - Artificial Intelligence

Nature: machine learning, il modello identifica tre biomarcatori associati alla mortalità COVID-19

Dalla rivista scientifica Nature Machine Intelligence. Machine Learning: il modello identifica tre biomarcatori associati alla mortalità COVID-19.

Gli strumenti di Machine Learning hanno selezionato tre biomarcatori – deidrogenasi lattica, linfociti e livelli proteici C reattivi ad alta sensibilità – che possono predire la mortalità dei pazienti COVID-19 da campioni di sangue di 485 individui infetti a Wuhan, in Cina, secondo un articolo pubblicato su Nature Machine Intelligenza. Questi strumenti hanno predetto la mortalità dei singoli pazienti con più di dieci giorni di anticipo rispetto ai loro risultati con un’accuratezza superiore al 90%.

La valutazione clinica rapida, accurata e precoce della gravità COVID-19 dei pazienti è vitale. Tuttavia, non esiste attualmente alcun biomarcatore predittivo disponibile per distinguere i pazienti che richiedono cure mediche immediate e per stimare il loro tasso di mortalità associato.

Ye Yuan, colleghi di Li Yan hanno analizzato campioni di sangue di 485 pazienti di Wuhan, in Cina, per identificare marcatori robusti e significativi del rischio di mortalità. I campioni raccolti tra il 10 gennaio e il 18 febbraio 2020 da pazienti dell’ospedale di Tongji sono stati utilizzati per lo sviluppo di modelli. Dei 375 casi inclusi nell’analisi, 201 sono guariti da COVID-19 e sono stati dimessi dall’ospedale, mentre i restanti 174 pazienti sono deceduti.

Gli autori hanno progettato un approccio di modellizzazione matematica basato su algoritmi di Machine Learning ideati per identificare i biomarcatori più predittivi della mortalità dei pazienti. Il problema è stato formulato come compito di classificazione, in cui gli input includevano informazioni di base, sintomi, campioni di sangue e risultati di test di laboratorio, tra cui funzionalità epatica, funzionalità renale, funzione di coagulazione, elettroliti e fattori infiammatori, prelevati da pazienti generali, gravi e critici . Il modello ha selezionato i livelli proteici lattici di deidrogenasi (LDH), linfociti e C ad alta sensibilità come i biomarcatori più importanti che distinguono i pazienti a rischio imminente. Questa scoperta è in linea con le attuali conoscenze mediche secondo cui alti livelli di LDH da soli sono associati alla rottura del tessuto che si verifica in varie malattie, inclusi disturbi polmonari come la polmonite. La maggior parte dei pazienti ha ricevuto più campioni di sangue durante la loro permanenza in ospedale. Tuttavia, questo modello ha utilizzato solo i dati del campione finale dei pazienti. Tuttavia, il modello può essere applicato a tutti gli altri campioni di sangue e si può stimare il potenziale predittivo dei biomarcatori.

Gli autori concludono che il loro modello fornisce test clinici semplici, interpretabili e intuitivi per quantificare con precisione e rapidità il rischio di morte. Suggeriscono anche che i linfociti, un tipo di globuli bianchi, possono servire come potenziale bersaglio terapeutico, supportato da studi clinici. Notano che, man mano che saranno disponibili più dati, questa procedura dovrà essere ripetuta per una maggiore precisione.

Articolo: An interpretable mortality prediction model for COVID-19 patients. Un modello di previsione della mortalità interpretabile per i pazienti COVID-19. DOI 10.1038 / s42256-020-0180-7. Link Nature Machine Intelligence.

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Nature: il sentiment online sulle vaccinazioni

Comportamento umano: mappatura del sentiment online sulle vaccinazioni.

Le interazioni sui social media tra punti di vista pro, neutrali e anti-vaccinazione e il modo in cui possono influenzarsi a vicenda sono mappate in uno studio pubblicato online su Nature questa settimana. La ricerca fornisce approfondimenti su come la sfiducia nelle competenze scientifiche sui vaccini possa evolversi nelle comunità online.

Neil Johnson e colleghi hanno utilizzato le informazioni di Facebook per mappare l’opinione della vaccinazione online per quasi 100 milioni di persone. Si è scoperto che questi individui erano collegati a pagine specifiche di Facebook che rappresentano punti di vista pro, neutrali o anti-vaccinazione, formando cluster che interagiscono tra paesi e lingue. La dimensione di ciascun cluster è stata determinata dal numero di fan per una determinata pagina di Facebook.

Gli autori hanno scoperto che, nonostante l’antivaccinazione fosse numericamente una visione di minoranza, era posizionata centralmente all’interno della rete. I cluster anti-vaccinazione sono stati anche fortemente intrecciati con cluster associati a opinioni neutrali sulla vaccinazione (si trattava di pagine di Facebook che si concentravano sulla vaccinazione o su un argomento associato alla vaccinazione ma che non prendevano una posizione chiara a favore o contro). Al contrario, i cluster pro-vaccinazione sono stati trovati alla periferia della mappa. Gli autori suggeriscono, quindi, che i cluster anti-vaccinazione sono in grado di raggiungere più facilmente i cluster neutri, il che potrebbe a sua volta portare al reclutamento di persone che in precedenza avevano opinioni neutrali sulla vaccinazione.

In un quadro teorico, gli autori sono stati in grado di riprodurre l’aumento del supporto anti-vaccinazione che si è verificato nel 2019 e prevedere che questa opinione potrebbe diventare l’opinione dominante sulla vaccinazione in un decennio. Sostengono che una comprensione delle dinamiche della rete potrebbe aiutare a informare gli approcci per interrompere la crescita degli atteggiamenti negativi nei confronti della vaccinazione e di altri problemi, come i cambiamenti climatici.

Articolo NatureThe online competition between pro- and anti vaccination views. La competizione online tra opinioni pro e anti vaccinazione. DOI
10.1038 / s41586-020-2281-1. Link Nature.

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Prove della presenza in Europa di primi umani moderni

Evoluzione: prove per i primi umani moderni in Europa. Da Nature Ecology and Evolution, Nature.

La scoperta e la datazione dei primi resti umani moderni e dei manufatti associati da una grotta nell’Europa sud-orientale sono riportati in due studi pubblicati su Nature and Nature Ecology & Evolution questa settimana. Gli ominidi fossili rappresentano l’istanza più antica conosciuta dell’Homo sapiens del Paleolitico superiore. Gli umani moderni (H. sapiens) sono entrati in Europa circa 45.000 anni fa e subito dopo hanno sostituito i Neanderthal. Questo periodo di sostituzione della popolazione è noto come transizione paleolitica medio-alta. Il preciso calendario degli eventi durante questo periodo di transizione è ampiamente dibattuto, a causa della mancanza di resti fossili direttamente datati.

Nel loro documento su Nature, Jean-Jacques Hublin e colleghi descrivono resti di ominidi e manufatti scavati nella grotta di Bacho Kiro in Bulgaria. Trovano un dente che assegnano a H. sapiens, insieme ad altri quattro resti ossei identificati come umani sulla base del loro antico contenuto di proteine ​​e DNA. La datazione al radiocarbonio, descritta da Helen Fewlass e colleghi nel documento Nature Ecology & Evolution, suggerisce una fascia d’età compresa tra 46.940 e 43.650 anni. L’analisi del DNA estratto da queste ossa fornisce date stimate tra 44.830 e 42.616 anni, a supporto della datazione al radiocarbonio.

Gli scavi hanno anche scoperto una serie di ornamenti, tra cui pendenti realizzati con denti d’orso che ricordano quelli trovati in siti successivi associati all’attività di Neanderthal. Insieme, questi risultati dimostrano che gli umani moderni si sono espansi nelle medie latitudini dell’Eurasia prima di 45.000 anni fa, si sono sovrapposti ai Neanderthal e quindi hanno influenzato il loro comportamento prima di sostituirli.

Articoli Nature Ecology and Evolution, Nature:

  • A 14C chronology for the Middle to Upper Palaeolithic transition at Bacho Kiro Cave, Bulgaria. Cronologia del XIV sec. Per la transizione paleolitica medio-alta nella grotta di Bacho Kiro, Bulgaria. DOI 10.1038/s41559-020-1136-3. Link Nature.
  • Initial Upper Palaeolithic Homo sapiens from Bacho Kiro Cave, Bulgaria. Homo sapiens paleolitico superiore iniziale dalla grotta di Bacho Kiro, Bulgaria. DOI 10.1038/s41586-020-2259-z. Link Nature.
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Scienze planetarie: brine liquide di superficie marziane comuni ma non abitabili

Scienze planetarie: brine liquide di superficie marziane comuni ma non abitabili. Da Nature Astronomy.

Le brine liquide su Marte possono essere più comuni e possono durare più a lungo, di quanto si pensasse in precedenza, suggerisce un articolo pubblicato su Nature Astronomy. Tuttavia, lo studio suggerisce anche che le proprietà e le temperature delle salamoie le rendono inospitali per i microrganismi terrestri.

L’acqua liquida stabile non è in grado di persistere sulla superficie di Marte, poiché l’atmosfera del pianeta è troppo sottile e fredda. Tuttavia, la presenza di sali può creare sostanze liquide, come le brine, che possono durare stabilmente per qualche tempo in condizioni marziane.

Edgard Rivera-Valentín e colleghi hanno combinato un modello termodinamico validato sperimentalmente con un modello climatico per studiare dove si potrebbero formare salamoie su Marte e per quanto tempo. Hanno scoperto che fino al 40% della superficie marziana, a tutte le latitudini fino all’equatore, potrebbe ospitare brine stabili. Queste salamoie potrebbero durare fino a sei ore consecutive e fino al 2% dell’intero anno marziano. Gli autori hanno anche scoperto che le brine nel sottosuolo potrebbero durare fino al 10% dell’anno marziano a una profondità di 8 cm.

Gli autori osservano che queste brine non possono essere classificate come “Regioni speciali” in base alle politiche di protezione planetaria, in quanto non possono sostenere la vita terrestre. Le posizioni delle brine stabili potrebbero essere obiettivi per la futura esplorazione marziana, poiché il rischio di contaminazione biologica dalla Terra è trascurabile.

Articolo Nature Astronomy: Distribution and habitability of (meta)stable brines on present-day Mars. Distribuzione e abitabilità delle brine meta stabili sull’attuale Marte. DOI 10.1038 / s41550-020-1080-9. Link Nature.

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Coronavirus - Covid-19

Brusaferro: “La curva continua a decrescere, ma il virus non è cambiato: rispettate le regole di prevenzione”

Brusaferro – Iss: “La curva continua a decrescere, ma il virus non è cambiato: rispettate le regole di prevenzione”

“La curva dell’epidemia sta decrescendo, stiamo andando verso un numero più basso dei casi in tutte le regioni, compresa la Lombardia”. Ad affermarlo il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, in apertura della conferenza stampa settimanale di oggi sull’evoluzione della pandemia di Covid-19. È presto però per valutare l’impatto del rilassamento del lockdown iniziato il 4 maggio. “Solo nella prossima settimana sarà possibile avere i dati relativi all’andamento dei casi nei primi giorni della fase 2” ha detto Brusaferro. Tutti noi con i nostri comportamenti possiamo contribuire a contenere la diffusione dell’epidemia, mantenendo la distanza fisica dagli altri e lavandoci spesso le mani. “Il virus non è cambiato – ha rimarcato il presidente dell’Iss -, ha le stesse caratteristiche e la stessa modalità di trasmissione che aveva nella fase 1, perciò violare le regole di comportamento per la prevenzione del contagio potrebbe facilitare la circolazione”.

Nell’88% dei casi Covid-19 è la prima causa di morte

Sulla base delle 2417 schede di decesso analizzate finora (il 9 per cento del totale), emerge che l’infezione da SarsCoV2 rappresenta la prima causa di morte nell’88,2 per cento dei casi (2133). Mentre nel resto dei pazienti deceduti, l’infezione si è sovrapposta ad altre patologie (soprattutto tumori, cardiopatie ischemiche, malattie cerebrovascolari, malattie croniche delle basse vie respiratorie, ipertensione e diabete).

Metodologia per la valutazione del rischio in fase di transizione

Il presidente dell’Iss ha poi descritto gli algoritmi per la valutazione dell’andamento delle infezioni nel Paese (disponibili nelle slide in allegato). “Si tratta di indicatori di processo, che rappresentano la capacità di gestire determinate attività nel contesto regionale e nazionale, e di risultato – ha spiegato Brusaferro -. Dall’analisi settimanale della cabina di regia tra ministero della Salute, Iss e Regioni si potranno quindi fare ragionamenti per decidere le misure successive”.

Il rapporto sulla mortalità Istat – Iss

Sono state 25.354 le morti in più registrate dall’Istat dal 20 febbraio al 31 marzo 2020, pari al 39 per cento in più rispetto alla media 2015-19 dello stesso periodo. “Poco più della metà sono attribuibili a Covid diagnosticato” ha dichiarato il presidente dell’Istat, Giancarlo Blangiardo, presente anche lui alla conferenza stampa. I dati riguardano 6.866 Comuni italiani su un totale di quasi 8mila. Per maggiori informazioni leggi il rapporto Istat-Iss.

Covid-19 nella popolazione di nazionalità straniera in Italia

Dall’inizio dell’epidemia al 22 Aprile sono stati diagnosticati e notificati al sistema di sorveglianza 6.395 casi (il 5,1 per cento del totale) attribuibili a individui di nazionalità straniera. “In linea di massima si può confutare l’ipotesi di una differenza di rischio fra stranieri e italiani” ha sottolineato Giovanni Rezza, appena nominato nuovo direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute. La minore incidenza dell’infezione nella popolazione straniera e la notifica dei casi ritardata rispetto a quella negli italiani (come riportato nelle slide in allegato) “potrebbero riflettere un ridotto o ritardato accesso ai tamponi per la diagnosi”, ha commentato Rezza, che spiegherebbe “il maggior rischio di ospedalizzazione e di ricovero in terapia intensiva osservato tra i casi stranieri”. Il direttore ha infine chiarito che essendo “l’analisi preliminare” per ora queste sono soltanto “ipotesi da interpretare con cautela”.

ISS schede evoluzione pandemia

ISS schede popolazione straniera