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Brusaferro: “La curva continua a decrescere, ma il virus non è cambiato: rispettate le regole di prevenzione”

Brusaferro – Iss: “La curva continua a decrescere, ma il virus non è cambiato: rispettate le regole di prevenzione”

“La curva dell’epidemia sta decrescendo, stiamo andando verso un numero più basso dei casi in tutte le regioni, compresa la Lombardia”. Ad affermarlo il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, in apertura della conferenza stampa settimanale di oggi sull’evoluzione della pandemia di Covid-19. È presto però per valutare l’impatto del rilassamento del lockdown iniziato il 4 maggio. “Solo nella prossima settimana sarà possibile avere i dati relativi all’andamento dei casi nei primi giorni della fase 2” ha detto Brusaferro. Tutti noi con i nostri comportamenti possiamo contribuire a contenere la diffusione dell’epidemia, mantenendo la distanza fisica dagli altri e lavandoci spesso le mani. “Il virus non è cambiato – ha rimarcato il presidente dell’Iss -, ha le stesse caratteristiche e la stessa modalità di trasmissione che aveva nella fase 1, perciò violare le regole di comportamento per la prevenzione del contagio potrebbe facilitare la circolazione”.

Nell’88% dei casi Covid-19 è la prima causa di morte

Sulla base delle 2417 schede di decesso analizzate finora (il 9 per cento del totale), emerge che l’infezione da SarsCoV2 rappresenta la prima causa di morte nell’88,2 per cento dei casi (2133). Mentre nel resto dei pazienti deceduti, l’infezione si è sovrapposta ad altre patologie (soprattutto tumori, cardiopatie ischemiche, malattie cerebrovascolari, malattie croniche delle basse vie respiratorie, ipertensione e diabete).

Metodologia per la valutazione del rischio in fase di transizione

Il presidente dell’Iss ha poi descritto gli algoritmi per la valutazione dell’andamento delle infezioni nel Paese (disponibili nelle slide in allegato). “Si tratta di indicatori di processo, che rappresentano la capacità di gestire determinate attività nel contesto regionale e nazionale, e di risultato – ha spiegato Brusaferro -. Dall’analisi settimanale della cabina di regia tra ministero della Salute, Iss e Regioni si potranno quindi fare ragionamenti per decidere le misure successive”.

Il rapporto sulla mortalità Istat – Iss

Sono state 25.354 le morti in più registrate dall’Istat dal 20 febbraio al 31 marzo 2020, pari al 39 per cento in più rispetto alla media 2015-19 dello stesso periodo. “Poco più della metà sono attribuibili a Covid diagnosticato” ha dichiarato il presidente dell’Istat, Giancarlo Blangiardo, presente anche lui alla conferenza stampa. I dati riguardano 6.866 Comuni italiani su un totale di quasi 8mila. Per maggiori informazioni leggi il rapporto Istat-Iss.

Covid-19 nella popolazione di nazionalità straniera in Italia

Dall’inizio dell’epidemia al 22 Aprile sono stati diagnosticati e notificati al sistema di sorveglianza 6.395 casi (il 5,1 per cento del totale) attribuibili a individui di nazionalità straniera. “In linea di massima si può confutare l’ipotesi di una differenza di rischio fra stranieri e italiani” ha sottolineato Giovanni Rezza, appena nominato nuovo direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute. La minore incidenza dell’infezione nella popolazione straniera e la notifica dei casi ritardata rispetto a quella negli italiani (come riportato nelle slide in allegato) “potrebbero riflettere un ridotto o ritardato accesso ai tamponi per la diagnosi”, ha commentato Rezza, che spiegherebbe “il maggior rischio di ospedalizzazione e di ricovero in terapia intensiva osservato tra i casi stranieri”. Il direttore ha infine chiarito che essendo “l’analisi preliminare” per ora queste sono soltanto “ipotesi da interpretare con cautela”.

ISS schede evoluzione pandemia

ISS schede popolazione straniera

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Coronavirus: i rischi da ipertensione, diabete, dislipidemia, malattie polmonari e cardiovascolari

Malattie croniche e rischio di CoViD-19: risultati preliminari di uno studio caso-controllo in Toscana

A cura di: P. Francesconi, F. Profili, S. Bartolacci, B. Bellini, D. Balzi, A. Zuppiroli, P. Ballo

Introduzione

La pandemia di CoViD-19 sta sfidando i sistemi di assistenza sanitaria in tutto il mondo con quadri clinici che variano da forme asintomatiche o pauci-sintomatiche a forme molto gravi che necessitano di cure intensive e sono gravate da alti tassi di letalità. 

Sono stati segnalati diversi fattori di rischio tra cui età, genere e una varietà di comorbidità croniche come ipertensione, diabete, malattie polmonari e cardiovascolari. Tuttavia, l’importanza relativa delle malattie croniche preesistenti rimane poco chiara.

È peraltro di fondamentale importanza identificare i soggetti a più alto rischio di ammalarsi di CoViD-19, al fine di poter fornire indicazioni specifiche per le strategie da adottare per la corretta implementazione di misure di prevenzione, sorveglianza, diagnosi e cura.

Lo scopo di questo studio è di esplorare l’associazione tra malattie croniche ed il rischio di sviluppare CoViD-19 sintomatica in Toscana.

Metodi

È stato condotto uno studio caso-controllo dove sono 2.700 i casi di CoViD-19 sintomatica residenti in Toscana non istituzionalizzati (di cui siamo riusciti a recuperare i dati necessari), i controlli l’intera popolazione d’età superiore ai 30 anni residente in Toscana a inizio 2020 e non istituzionalizzata, i fattori di rischio una serie di condizioni croniche presenti a inizio 2020 secondo la banca-dati MaCro dell’ARS con l’aggiunta di tumore maligno (definito come l’aver avuto un ricovero per tumore maligno negli ultimi 5 anni). Per i casi e i controlli sono state calcolate statistiche descrittive sulla distribuzione per età e genere e le prevalenze delle singole malattie croniche. Per ogni malattia cronica sono stati poi calcolati i rischi relativi (Odds Ratio) di ammalarsi di CoViD-19, aggiustando per età e per genere, età e comorbilità. Tutti i dati sono stati trattati in modo anonimo.

Risultati

Come atteso, la distribuzione percentuale per età e per genere dei casi è molto diversa rispetto a quella della popolazione generale, con una più alta percentuale di uomini e di anziani tra i casi. Il rischio di CoViD-19, di conseguenza, risulta maggiore tra gli uomini (OR uomini vs donne pari a 1,38) e nelle classi d’età più anziane (tabella 1).

Tabella 1: Casi e popolazione generale per età e genere – Numero, valori percentuali e Odds Ratio per Covid-19

tab 1

Quasi tutte le patologie considerate sono più frequenti tra i casi, rispetto alla popolazione generale. In generale, un malato cronico ha un rischio più che doppio di sviluppare CoViD-19 sintomatica rispetto a un soggetto sano (OR malato vs non malato pari a 2,31). Tra i fattori di rischio maggiori troviamo la demenza (OR grezzo pari a 2,79) e l’insufficienza cardiaca (OR grezzo pari a 2,71). Aggiustando le stime di rischio per età e genere gli OR si riducono tutti al di sotto del valore 2. Un malato cronico o oncologico, a parità di genere e classe d’età, ha il 56% di rischio in più di sviluppare CoViD-19 sintomatica (OR aggiustato per età e genere pari a 1,56) (tabella 2).

Tabella 2: Condizioni croniche – Numero, prevalenze percentuali e Odds Ratio di CoViD-19

tab 2

Molte delle patologie considerate mostrano un effetto sul rischio di CoViD-19 che permane anche una volta aggiustato per l’eventuale effetto delle altre comorbidità. I valori puntuali degli Odds Ratio sono maggiori di uno per tutte le malattie escluse le malattie croniche infiammatorie intestinali (MICI), anche se per alcune patologie non si raggiunge la significatività statistica. Gli assistiti a più alto rischio di sviluppare CoViD-19 sintomatica, con un rischio oltre il 40% più alto che nella popolazione generale, risultano gli affetti da insufficienza cardiaca, disturbi psicotici (uso di farmaci antipsicotici), demenza, malattie reumatiche e bronco-pneumopatia cronico-ostruttiva (BPCO) (figura 1).

Figura 1: Condizioni croniche – Odds Ratio (95%IC) per Covid-19, aggiustati per età, genere e altre comorbidità

fig 1 tris

Conclusioni

Questo studio valuta il rischio relativo tra gli affetti da varie condizioni croniche di sviluppare forme sintomatiche di CoViD-19. 

Da una parte, si conferma quanto già pubblicato in letteratura sul rischio aggiuntivo causato dalle più comuni malattie con particolare riguardo all’insufficienza cardiaca, all’ipertensione, alla BPCO, al diabete ed ai tumori, dall’altra si mettono in luce rischi più elevati di ammalarsi, ad oggi meno noti, anche per chi soffre di disturbi psicotici, demenza e malattie reumatiche

L’interpretazione di questi risultati è complessa, in quanto l’aumento del rischio di ammalarsi di CoViD-19 sintomatica nelle persone affette da queste condizioni croniche può dipendere sia dalle malattie stesse sia dalle terapie farmacologiche assunte per trattarle. 

Peraltro, l’associazione tra disturbi psichici e demenze con il rischio di CoViD-19 può anche dipendere dal fatto che la prevalenza di queste condizioni è particolarmente elevata tra i soggetti istituzionalizzati, tra i quali il rischio di infezione può risultare particolarmente elevato per un più elevato rischio di infezioni correlate all’assistenza. Per questo motivo, lo studio è stato condotto su soggetti che non risultano istituzionalizzati secondo i dati sanitari correnti. Purtroppo, però, questa informazione non è completa ed una parte della popolazione di studio potrebbe essere in realtà istituzionalizzata.

Questi risultati richiedono quindi ulteriori approfondimenti, soprattutto finalizzati a chiarire i diversi ruoli delle malattie e delle terapie che possono confondersi tra di loro e, in particolar modo per alcune malattie (demenza, disturbi psicotici, ictus) eventuali confondimenti residui dovuti all’istituzionalizzazione non registrata nei flussi informativi.

A cura di: Paolo Francesconi*, Francesco Profili*, Simone Bartolacci*, Benedetta Bellini*, Daniela Balzi**, Alfredo Zuppiroli*, Piercarlo Ballo**.

* ARS Toscana

** ASL Toscana Centro 

Link Agenzia Regionale di Sanità – Ars Toscana.

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Nature: identificare i guariti da Covid-19 può aiutare a sviluppare la shield immunity nelle comunità

Ricerca medica: l’identificazione di pazienti che si sono ripresi da COVID-19 potrebbe aiutare a sviluppare la shield immunity all’interno di una popolazione.

Le persone che si sono riprese da COVID-19 potrebbero tornare alla popolazione generale per aiutare a ridurre il tasso di trasmissione del coronavirus causale SARS-CoV-2, secondo un documento di modellazione pubblicato su Nature Medicine. Queste persone, che avrebbero bisogno di essere identificate attraverso test anticorpali, potrebbero aiutare nello sviluppo della shield immunity all’interno della più ampia comunità.

Senza un vaccino o un trattamento affidabile per COVID-19, le attuali strategie di sanità pubblica per affrontare la pandemia possono essere suddivise in gran parte in due approcci: mitigazione e soppressione. Entrambe le strategie mirano a ridurre le nuove infezioni SARS-CoV-2 limitando la quantità di contatto da uomo a uomo, ma ciò può avere impatti economici e sociali negativi a lungo termine.

Joshua Weitz e colleghi hanno sviluppato e analizzato un modello epidemiologico per ridurre la trasmissione SARS-CoV-2. Il loro approccio si basa sull’uso di test sierologici – o anticorpali – per identificare le persone che si sono riprese da COVID-19. Il modello presuppone che le persone guarite saranno negative ai virus, avranno anticorpi protettivi contro SARS-CoV-2 e saranno in grado di interagire in modo sicuro con persone sensibili e infettive. Queste persone recuperate potrebbero quindi tornare alla popolazione generale e aumentare le loro interazioni rispetto ad altri individui. Gli autori suggeriscono che ciò potrebbe costruire “l’immunità dello scudo” all’interno della popolazione aumentando le interazioni tra le persone recuperate e diminuendo le interazioni tra le persone con uno status sconosciuto.

Gli autori hanno studiato l’impatto dell ‘”immunità dello scudo” su una popolazione modello di 10 milioni in due scenari: alta trasmissione, con un R0 di 2,33 e bassa trasmissione, con un R0 di 1,57. Il valore R0 rappresenta il numero di casi che una persona infetta può causare mentre sono infettivi in ​​una popolazione altrimenti suscettibile. Gli autori hanno valutato l’impatto della schermatura intermedia – quando una persona guarita sostituisce altre due interazioni – e la schermatura potenziata – quando sostituiscono altre venti interazioni. In uno scenario ad alta trasmissione, sono stati previsti 71.000 decessi, ma questo è diminuito a 58.000 decessi con protezione intermedia e a 20.000 con protezione potenziata. In uno scenario a bassa trasmissione, sono stati previsti 50.000 decessi, mentre 34.000 e 8.400 sono stati previsti rispettivamente sotto protezione intermedia e protezione potenziata. Il modello mostra anche che la schermatura può essere utilizzata in concerto con il distanziamento sociale per ridurre le interazioni e consentire agli individui recuperati di tornare alle attività.

Gli autori avvertono che il modello di base presuppone che l’immunità di una persona guarita durerà almeno un anno, sebbene trovino risultati affidabili quando l’immunità dura quattro mesi o più. La durata dell’immunità è attualmente sconosciuta. Gli autori sottolineano anche la necessità di accurati test sierologici su tutta la popolazione per supportare eventuali interventi di sanità pubblica.

Articolo: Modeling shield immunity to reduce COVID-19 epidemic spread. DOI 10.1038 / s41591-020-0895-3. Link Nature.

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Nature: ricerca sui farmaci, interazioni tra il bersaglio del farmaco anti SARS-CoV-2 e il suo inibitore

Ricerca sui farmaci: la struttura cristallina rivela interazioni tra il bersaglio del farmaco anti SARS-CoV-2 e il suo inibitore. Da Nature Structural and Molecular Biology.

Le interazioni molecolari tra carmofur, un farmaco chemioterapico identificato come composto promettente per lo sviluppo di trattamenti per COVID-19 e SARS-CoV-2 sono descritte in un documento sulla struttura dei cristalli pubblicato in Nature Structural & Molecular Biology. I risultati potrebbero fornire la base per la progettazione di derivati ​​del carmofur che potrebbero essere più potenti nella loro azione su SARS-CoV-2.

I ricercatori sono alla ricerca di farmaci in grado di impedire la replicazione del virus SARS-CoV-2, che arresterebbe la progressione dell’infezione nei pazienti. La proteasi principale SARS-CoV-2 (Mpro), un enzima coinvolto nella replicazione virale, è stata identificata come potenziale bersaglio per questo tipo di trattamento. Haitao Yang e colleghi hanno precedentemente identificato il carmofur, un farmaco approvato che è stato usato per curare il cancro del colon-retto dagli anni ’80 e ha mostrato benefici clinici nel trattamento dei tumori al seno, allo stomaco e alla vescica, come un composto che può inibire Mpro negli esperimenti di laboratorio. Tuttavia, i dettagli molecolari su come il carmofur inibisce Mpro sono sconosciuti.

In questo articolo, gli autori presentano la struttura a raggi X del SARS-CoV-2 Mpro legato al carmofur. La struttura rivela che il farmaco modifica direttamente l’elemento catalitico Cys145 di SARS-CoV-2 Mpro. Questo, e ulteriori dettagli su come il farmaco interagisce con Mpro, chiariti dalla struttura, potrebbero fornire le basi per la progettazione di derivati ​​più potenti del carmofur. Inoltre, gli autori concludono che, poiché Mpro è una sequenza che rimane conservata su tutti i coronavirus, il carmofur e i farmaci sviluppati da esso possono essere efficaci contro un ampio spettro di infezioni da coronavirus.

Articolo: Structural basis for the inhibition of SARS-CoV-2 main protease by antineoplastic drug carmofur. DOI 10.1038 / s41594-020-0440-6. Link Nature Structural and Molecular Biology.

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Science

ISPRA: portiamo la ricerca a scuola

Dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale: “i migliori contributi del mondo della ricerca pubblica italiana da oggi online in un’unica piattaforma”.

La scienza e la ricerca per la scuola: fisica e astrofisica, spazio, ambiente, natura, tecnologia, matematica, scienze umane e sociali, innovazione e risparmio energetico e tutto quanto può essere compreso nella definizione di ricerca scientifica a disposizione di insegnanti e studenti che in questo periodo si sono organizzati con la didattica a distanza, ma anche delle famiglie che li supportano. L’iniziativa è di tutti gli enti pubblici di ricerca italiani, che hanno fatto fronte comune per riunire contenuti, video e contributi interattivi in un’unica piattaforma, quella dell’Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE).

Il materiale, continuamente aggiornato e che fa riferimento alla migliore produzione di comunicazione del mondo della ricerca, è organizzato per temi, tag e ente di appartenenza e diventa non solo strumento didattico e di approfondimento, ma anche stimolo per allargare gli orizzonti della conoscenza.

Questi gli Enti pubblici di ricerca e i loro contributi.

Area Science Park: Dalla genomica alla nutrizione, dall’Internet of Things alle tecnologie per esplorare lo spazio e non solo. Area Science Park racconta, attraverso una serie di video, in che modo la ricerca e l’innovazione trovano riscontro e applicazione nella vita quotidianità di tutti noi. Ufficio stampa: Francesca Iannelli – press@areasciencepark.it

ASI: Il racconto dello Spazio per l’Agenzia Spaziale Italiana passa attraverso 19 video (alcuni vere lezioni virtuali): esplorare l’Universo, scoperte della fisica fondamentale, esperimenti e vita degli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Ufficio Stampa: Giuseppina Piccirilli – stampa@asi.it

CNR: La multidisciplinarietà del Consiglio Nazionale delle Ricerche si riflette nella multimedialità dei contenuti forniti: video, fumetti e cartoon, software, mostre, webinar, news, articoli sull’attualità e l’attività della rete scientifica. Ufficio stampa: Marco Ferrazzoli – marco.ferrazzoli@cnr.it

CREA: Videolezioni, ebook, app e una webserie vera e propria: per far scoprire a grandi e piccoli l’agricoltura, dal gene alla tavola, sempre all’insegna della sostenibilità, senza dimenticare i consigli per mangiare sano dei nostri esperti.
Ufficio stampa Cristina Giannetti – stampa@crea.gov.it

CREF: Visita virtuale al museo dell’Istituto sulla vita e le opere di Enrico Fermi e del gruppo di dei ragazzi di Via Panisperna. Videointerviste di divulgazione scientifica sui temi della complessità, propagazione di fake news sui social network.
Responsabile Comunicazione: Francesco Sylos Labini – sylos@cref.it

ENEA: L’Ente propone un ‘pacchetto’ di 10 lezioni online su efficienza e risparmio energetico e 10 dirette Facebook con i suoi esperti, dedicate ai temi delle puntate dell’Info-reality sull’efficienza energetica realizzato per la campagna “Italia in Classe A” in collaborazione con il MiSE. Vi è poi una selezione di video su clima, ambiente, economia circolare, energia da fusione e innovazione tecnologica. Ufficio stampa: Roberto De Ritis – ufficiostampa@enea.it

INAF: Le proposte dell’Istituto raccolgono materiali dedicati agli insegnanti nelle classi, ma anche video rivolti direttamente agli studenti e mostre virtuali da visitare online per tutta la famiglia. Dal Sistema Solare ai buchi neri, dalla Luna agli esopianeti, tra passato e futuro delle scienze dell’universo. Ufficio Stampa: Marco Galliani – ufficiostampa@inaf.it

INDAM: L’Istituto ha ben chiaro quanto conti la scuola e che non ci può essere Alta Matematica senza un’educazione matematica di qualità a tutti i livelli scolari. #lascuolaconta: video, lezioni, idee per la DAD e oltre, la comunità matematica per la scuola e con la scuola. Contatto: Barbara Nelli – barbara.nelli@univaq.it

INDIRE: L’Istituto propone una sezione per la didattica a distanza con più di 150 webinar a cui hanno partecipato 25 mila docenti. Offre anche una pagina di tutorial e strumenti innovativi, mostre virtuali e contributi su coding, musica a scuola e tecnologie applicate alla didattica. Ufficio stampa: Luca Rosetti – comunicazione@indire.it

INFN: Onde gravitazionali, antimateria, materia oscura, bosone di Higgs sono alcuni dei protagonisti degli approfondimenti proposti dall’INFN. La fisica moderna raccontata agli studenti, esperimenti da fare a casa, dirette Facebook, cartoon, conferenze-spettacolo per ragazzi e famiglie e molto altro. Ufficio stampa: Antonella Varaschin – antonella.varaschin@presid.infn.it

INGV: Una selezione di video, immagini e giochi per entrare nel pianeta affascinante, dalle eruzioni vulcaniche alle passeggiate sui ghiacciai fino alla scoperta del tremore sismico. In un viaggio che da web prosegue “nel” pianeta Terra. Ufficio Stampa: Valeria De Paola – ufficio.stampa@ingv.it

INRIM: Dalla storia della scienza delle misure alle misurazioni nella vita di tutti i giorni: la metrologia e il suo contributo allo sviluppo scientifico, tecnologico e industriale, ma non solo. Comunicazione: Barbara Fracassi – b.fracassi@inrim.it

INVALSI: l’Istituto presenta un primo gruppo di video utili a focalizzare alcuni aspetti relativi alle prove nazionali e continuerà a proporre specifici contributi per offrire spunti e approfondimenti sulla valutazione del sistema scolastico italiano nel suo complesso, sulle ricerche correlate, sull’utilizzo dei dati e sulle indagini internazionali a cui il nostro Paese aderisce. Responsabile comunicazione: Maria Teresa Marzano – mt.marzano ext@invalsi.it

Istituto Italiano di Studi Germanici: L’Istituto, l’unico tra gli Enti di Ricerca italiani unicamente dedicato alle discipline umanistiche, con specializzazione nelle culture del Nordeuropa (culture di lingua tedesca, dei paesi scandinavi e dell’area di lingua nederlandese), propone una serie di video di formato uniforme con lezioni di approfondimento sulla filosofia, la storia e la letteratura tedesca, con escursioni nelle letterature nordiche. Contatto: Bruno Berni – berni@studigermanici.it

ISPRA: L’ambiente insegna: documentari e spot per tutte le età, utili anche per attività didattiche; un viaggio nell’oasi naturalistica di Castel Porziano, i colori profondi del Mediterraneo e il robot sottomarino per studiare i fondali, la plastica in mare e gli impatti sulle tartarughe marine, a caccia di “alieni” tra le nostre specie. Ufficio stampa: Cristina Pacciani – stampa@isprambiente.it

ISS: L’Istituto, oggi in prima linea per contrastare l’epidemia da nuovo coronavirus, mette a disposizione una serie di video per far conoscere e apprezzare il mondo della ricerca visto “da dentro”. Ascolterete la voce di giovani ricercatori e ricercatrici di oggi, per poter condividere le loro scelte e il loro entusiasmo, e ricercatori di ieri, per conoscere le radici del più importante ente di ricerca per la sanità pubblica in Italia. Ufficio Stampa: Mirella Taranto – ufficio.stampa@iss.it

ISTAT: Attraverso prodotti tipicamente educational – dai giochi alle fiabe statistiche, ai pacchetti didattici fino ai tour virtuali – l’Istat propone un percorso di conoscenza delle statistiche ufficiali che dà conto dell’impegno dell’Istituto per promuovere un approccio consapevole dell’importanza dei dati nella vita di tutti i giorni. Ufficio stampa: ufficiostampa@istat.it

OGS: L’Istituto propone una selezione di materiali di facile fruizione relativi ad alcuni degli ambiti delle Scienze della Terra, del Mare e delle aree polari di cui quotidianamente si occupa. Video, lezioni e contenuti di approfondimento che spaziano dallo studio del clima e delle conseguenze dello scioglimento dei ghiacci polari agli strumenti che vengono utilizzati dai ricercatori per le analisi geofisiche e per lo studio degli oceani, ma anche riflessioni sulle problematiche ambientali, sociali ed economiche. Ufficio stampa: Michele Da Col – press@inogs.it

Stazione Zoologica ANTON DOHRN: i contributi video forniti dalla SZN sono incentrati sulla sensibilizzazione e divulgazione sulle problematiche che interessano l’ecosistema marino. Resp. Area III Missione: Claudia Gili – claudia.gili@szn.it

Tutto il materiale è reperibile al seguente link: http://www.indire.it/gli-enti-pubblici-di-ricerca-a-supporto-degli-studenti/

Link ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.